Vado avanti a pedalare.

Il titolo ha due letture.

La prima è quella da "maniaco chitarrista cazzarone", ovvero: continuo a sperimentare con la costruzione dei pedali. Non ho intenzione di "farmi bello", e neanche di fare le cose al risparmio... solo la pura e semplice soddisfazione di avere sotto i piedi degli strumenti fatti con le mie mani. Potessi farlo anche con le chitarre e il basso... ma ora non si può.

La seconda lettura riguarda la mia situazione di vita. Mi sento un ciclista, uno di quei gregari che fanno il loro sporco lavoro, spesso lo fanno bene e consentono al capo squadra di vincere la tappa o, se va bene, tutto il giro. E, paradossalmente, mi sento così proprio ora che *non* faccio un lavoro da gregario, ma da capo squadra. Perchè mi rendo conto che la maggior parte della fatica è dovuta al tempo che dedico alle cose che *devo* fare, e dalle quali non *posso* sottrarmi perchè mi consentono, nel poco tempo che rimane, di fare le cose che *voglio*. Non si tratta solo del lavoro, quello è normale. Parlo delle cose "extra", ma non mi dilungo per evitare di annoiarvi.

Se ci penso bene, però, mi sento soddisfatto di come mi vanno le cose ma troppo stanco per godere della soddisfazione. E mi chiedo, a che pro tutto questo? Dove si trova il punto di equilibrio tra la fatica per ottenere un risultato soddisfacente e il godimento dei risultati ottenuti?

Eppure, non posso fare altro che continuare a pedalare perchè fermarsi significherebbe la rovina. Devo solo cercare di allenarmi per sopportare meglio questa fatica, oppure trovare un passo più costante che sia in grado di reggere.

Senza strappi, accelerazioni, sforzi inutili. Movimenti circolari e regolari delle gambe, e pedalate efficaci. Niente sprechi di energie.

A parole è facile, ma devo riuscirci...

 

* Rob