Il cantico del fonico

Caro fonico,
sono qui per scriverti questo tuo testamento virtuale (ma magari fisico).
Tu che dall' alto del tuo mixer, ci illumini la serata con lampade alogene che il sole al confronto sembra una torcia nella nebbia sotto casa di Lauro...
Tu che quel sole artificiale cosଠgaio me lo spari a 10 cm dalla retina destra, orbene, girami quando sono cotto, sennಠvengo bruciato da una parte e crudo dall'altra...non sta bene, non si fa...
Tu che, con la tua arguta ironia, mi spegni la spia buona e me ne accendi un'altra chissà  dove...
Tu che, con la tua gentile immaginazione, decidi di sparare a 6 milotoni di Watt la mia stessa medesima chitarra nella mia stessa medesima spia, nonostante la mia testata davanti alla mia facciona, per essere sicuro che io possa gustare al meglio tutti i miei acuti.....anche quelli che non avrei mai nemmeno immaginato di avere....quelli di un'acciaieria.
Tu che mentre io, dal palco, con gesti garbati ti invito ad abbassare la stessa e, magari, se non ti ਠdi troppo disturbo mandarmi, chessà²? il basso? la batteria? almeno la cassa? mannà², mi rimandi la mia chitarra, perchਠintuisci che io, Narciso quale sono, non ho bisogno degli altri! Che saranno mai gli stacchi a 5/4? 7/8? ma a che servono? io devo sentire me medesimo.
Ma allora perchà¨, TU, mentre io muoio incenerito nelle mie stesse stecche, non ti rendi conto dello spettatore che si alza per venirti chiaramente a dire che lui, da là¬, la chitarra, mica la sente, oppure quella zanzara che scaccia invano da 20 minuti ਠl'essenza di quell'esserino che sta metamorfizzando sul palco, come la Mosca?

Ed ora che io BBBZZZZZZo con ardore sul tuo capoccione, vorrei assaggiare il tuo polpaccio, caro il mio fonico.
Tu che sei tanto buono che sul girarrosto mi ti mangio col checiappà¨.

AlexUnder