Decima puntata della rubrica che vede Daniele Bazzani e Giovanni Onofri parlare delle...
Domani saranno 40 anni, 12 dicembre 1969, Milano, ore 16:37, piazza Fontana, diciassette morti e ottantotto feriti. Più o meno nelle stesse ore scoppiavano altri cinque ordigni tra Roma e Milano, senza provocare vittime.
So bene che Laster è un sito che si occupa di chitarre, dove è raccomandato o preferibile evitare discussioni politiche, ma ritengo questo un argomento storico, la nostra storia, 40 anni di storia. Certo la storia è politica, come qualsiasi cosa che attiene l'uomo come animale sociale, e la storia non è altro che il susseguirsi di fatti e di relazioni tra uomo e uomo, e di omicidi, che spesso restano senza colpevoli, come in questa storia, per l'appunto..
Personalmente sono convinto che quel 12 dicembre del 1969 rappresenti un punto nevralgico e cruciale per gli anni venuti a seguire al tragico evento. Piazza Fontana è la mamma di tutte le stragi, la causa della violenza degli anni '70, morte, degenerazione, intolleranza. Dopo questo avvenimento, qualcuno ha trovato il pretesto reale per difendersi contro il fascismo, lanciando molotov, se non addirittura uccidendo con una azione squadrista un ragazzino colpevole di militanza nell'Msi; altri, sul versante opposto, hanno visto nei movimenti un pericolo per l'Italia, negli scioperi una minaccia al sistema ed ai propri privilegi, la fine della morale borghese e la morte della patria. Da questi semi di odio prende corpo l'eversione di destra e di sinistra che tanti ricordano negli anni '70 e '80: sequestri, omicidi politici, il lungo elenco delle stragi nere.
Quel che è certo è che l'enorme potenzialità, vitalità e voglia di cambiamento nati con i movimenti del 1968, nelle fabbriche, nelle scuole, nei quartieri, da quel momento in poi verranno segnati o deviati nel loro percorso. E' stato come piazzare una pietra sul tragitto: si poteva aggirarla a destra o a sinistra, oppure scavalcarla, ma la pietra era lì. E qualcuno quella pietra l'aveva messa, forse non per pura casualità.
40 anni son trascorsi; un varco enorme di tempo e di dimenticanza, tanto che oggi, nel 2009, molti giovani non sanno cosa sia avvenuto quel 12 dicembre del 1969, tanto che ho sentito dire che fu un attentato delle Brigate rosse, la mafia o chissà chi altro.
Certo, per un ragazzo di oggi il 1969 appare preistoria, è la stessa distanza temporale che avvertivo io nel 1985 rispetto alla seconda guerra mondiale. Ma credo valga la pena ricordare, e ricordarci.
Le immagini del funerale in una piazza Duomo nebbiosa, fredda e silenziosa ci mostrano sguardi ruvidi in un lontano bianco e nero, ormai repertorio del secolo trascorso. Sembra una scena estratta da un racconto di Simenon, a Parigi, con Maigret Gino Cervi che si aggira con pipa, cappotto e bavero alzato nei paraggi della Senna. Manca solo il sottofondo di Tenco per dargli profondità visuale.
Si avverte il freddo pungente, dalle facce traspare lo smarrimento e anche una certa consapevolezza che qualcosa di grave è successo e che qualcosa da quel momento in poi sarà diverso, per sempre. Il 68 era esploso l'anno precedente, l'autunno caldo delle fabbriche era ancora in corso e adesso: una bomba.
Il primo poliziotto che arriva sul posto, un tale Achille Serra, chiama in questura e chiede l'invio dei soccorsi; gli rispondono che manderanno subito una ambulanza. Fa fatica a spiegargli che non è di una ambulanza che c'era bisogno, bensì di un centinaio di ambulanze. Milano non era Belfast e i bombardamenti della seconda guerra mondiale erano ormai dimenticati. Un fatto del genere coglie impreparate in primo luogo le forze dell'ordine e i pompieri.
40 anni di indagini e di processi si dipaneranno nel tempo, ma la macchina delle congetture non tarda un secondo a mettersi in moto, subito, nei pochi giorni successivi alla strage.
Caccia agli anarchici e un ballerino in galera per tre anni: "il mostro è stato catturato", così titolava il Corriere della sera il 16 dicembre, mentre il Presidente della repubblica Saragat si complimentava per la celerità delle indagini.
Abbiamo visto Giuseppe Pinelli, ferroviere, attivista nell'area anarchica milanese, volare da una finestra della questura: morte accidentale. Il commissario Calabresi pagò come capro espiatorio del malore "attivo" di Pinelli, falciato lui stesso in un parcheggio, qualche anno dopo. Dagli atti del processo, redatti da Gerardo D'Ambrosio, leggiamo che "il commissario Calabresi non era nel suo ufficio al momento della morte di Pinelli". Altre due vittime posson così aggiungersi al lungo elenco di quel 12 dicembre.
Sette processi, Roma, Milano, per finire addirittura a Catanzaro, attraversano i decenni della storia italiana, vedendo passare per le aule dei tribunali esponenti della Democrazia Cristiana, Andreotti con i suoi 33 volte "non ricordo", poliziotti, marescialli, colonnelli, servizi segreti, la NATO, la CIA, Licio Gelli, la P2, segretari di partito, Pino Rauti, Ordine Nuovo, Stefano Delle Chiaie, Avanguardia Nazionale, Giannettini, collaboratori del SID, Delfo Zorzi, Merlino, infiltrati dei servizi segreti, Freda, Ventura ecc. Pare impossibile leggere tale sfilza di nomi e di sigle e non pensare che si tratti della fantasia di serie B di un Don Brown.
Strategia della tensione, rami deviati del SID, strage di Stato, regia democristiana e mano fascista, preparazione per un golpe in Italia, mano anarchica armata da esplosivo fornito dall'estrema destra, due bombe, tre bombe, esplosione anticipata per errore ... una sceneggiatura da colossal del thriller.
Nel 2005, trentasei anni dopo, l'ultima sentenza: nessuna verità processuale, tutti assolti.
Per quanto possa servire, ma a mio parere tutt'altro che inutile, ci resta in ogni caso la verità storica e la condanna "morale" stabilita dalla Corte di Cassazione, che ha confermato la responsabilità di Freda e Ventura in ordine alla strage, organizzata, si legge, da "un gruppo eversivo costituito a Padova nell'alveo di Ordine Nuovo" e "capitanato da Franco Freda e Giovanni Ventura".
Ovviamente, i due imputati sono già stati assolti irrevocabilmente dalla Corte d'assise d'appello di Bari, che li ha condannati solo per le bombe sui treni e, di conseguenza non sono più imputabili per legge. Leggiamo anche che "la cellula veneziana di Maggi e Zorzi" nel 1969 organizzava attentati, ma "non è dimostrata la loro partecipazione alla strage del 12 dicembre"; certifica la "veridicità e genuinità" delle parole del pentito Martino Siciliano, ex di Ordine Nuovo di Mestre, ossia che "Siciliano ha partecipato alla riunione con Zorzi e Maggi dell'aprile '69 nella libreria Ezzelino di Padova" in cui "Freda annunciò il programma degli attentati ai treni". Tuttavia, poichè tali bombe non provocarono vittime, non è dimostrato il coinvolgimento di Maggi e Zorzi nella "strategia stragista di Freda e Ventura".
In definitiva, secondo la Cassazione, "i tragici fatti del 12 dicembre 1969 non rappresentano una 'scheggia impazzita' ma il frutto di un coordinato 'acme' operativo iscritto in un programma eversivo ben sedimentato, ancorché di oscura genesi, contorni e dimensioni".
In tutte le indagini risulta chiaro il collegamento fra i "nostri" servizi segreti e i movimenti di estrema destra di quegli anni. Nel 1972 il Sid fa espatriare in Spagna con passaporto falso il latitante Pozzan, ricercato per concorso nell’attentato di piazza Fontana; sempre il Sid aiuta addirittura Ventura nel 1972, detenuto nel carcere di Monza, facendogli avere la chiave della cella e delle bombolette di gas narcotizzante per neutralizzare le guardie di custodia permettendogli la fuga; ancora il Sid fa espatriare in Francia il proprio collaboratore Giannettini, sospettato di coinvolgimento nella strage, dove continuerà ad essere stipendiato dai Servizi.
Giovanni Arnoldi
Giulio China
Eugenio Corsini
Pietro Dendena
Carlo Gaiani
Calogero Galatioto
Carlo Garavaglia
Paolo Gerli
Vittorio Mocchi
Luigi Meloni
Mario Pasi
Carlo Perego
Oreste Sangalli
Angelo Scaglia
Carlo Silvia
Attilio Valè
Gerolamo Papetti: deceduti il 12 dicembre 1969.
Franco Freda, avellinese di origine, padovano di adozione, milita nella gioventù missina alle superiori e nel Fuan all’università. Abbandona l’Msi ed entra in Ordine Nuovo di Pino Rauti. Ha sempre manifestato pubblicamente la sua devozione per Hitler e Himmler.
Giovanni Ventura, trevisano, militante dell’Msi. Amico di Freda, neonazista.
Delfo Zorzi, capo operativo della cellula veneta di ordine Nuovo, per sua stessa ammissione, è l'esecutore materiale della strage. Dopo l’attentato scappa in Giappone dove tuttora risiede, miliardario, sotto la protetezione del governo nipponico che ha sempre rifiutato di concedere l’estradizione.
In 38 anni, non è mai stata emessa una condanna definitiva per la strage. Il 3 maggio 2005 ono stati assolti definitivamente gli ultimi indagati. Attualmente non vi è alcun procedimento giudiziario aperto, ma qualche verità la conosciamo comunque.
Comments
Sdan
Fri, 12/11/2009 - 05:28
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Piazza Fontana
Cazzo, quelli che mettono le bombe, stramaledetti codardi !
Se non altro quelli che si fanno saltare per aria nei mercati provocando decine e decine di morti.....si sbrindellano pure loro, mica scappano a fare i miliardari.
Sdan
godin
Fri, 12/11/2009 - 07:33
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.
Ho abitato a Milano fino all'83 e, come ogni adolescente di quel periodo, la mia seconda casa era DuomoFontanaVittorioemanueleBabilaetc. ...... ma, ogni volta che passavo di lì, non riuscivo a fare a meno di guardare quelle vetrine e pensare a quella gente quel giorno.... la stessa sensazione che ho provato l'unica volta che mi è capitata una sosta lunga del treno in stazione a Bologna, guardando il muro.
Mi piacerebbe che - fuori dalla giornata commemorativa, in cui ci sarà un casino inimmaginabile - quelli di noi che sono milanesi, passando in quella piazza, si fermassero solo dieci secondi....
Bald Eagle
Fri, 12/11/2009 - 09:06
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Ricordare.
Ricordare serve, Oltre a farci soffrire ancora, serve a farci sentire esseri civici di serie B, o forse C o Z.
Nel senso che escluse le dittature del terzo mondo o dell'America latina, in Europa sono davvero poche le nazioni che si permettono questa strafottenza nei confronti della giustizia e di chi la chiede.
Non è vero, come dicono i qualunquisti, che è uguale dappertutto.
In paesi civili come la Svezia, la Gran Bretagna o la Germania, per non cercare esempi alieni e lontani, i processi si celebrano. I colpevoli si trovano, i politici si dimettono se coinvolti.
Da noi tolleriamo Piazza Fontana impunita e ormai quasi dileggiatoria nei confronti di chi è perseguitato dalla giustizia se non paga il bollo dell'auto ma è costretto a vedere certe indecenze.
E la lista è lunga: Ustica, il Cermis, la stazione di Bologna.
Ma come possiamo accettare una giustizia che in quarant'anni non solo non trova un colpevole (ammettiamo per assurdo che non si sia capaci di trovarlo), ma si fa beffa dei cittadini citando dei colpevoli "morali".
Nessuno tra le vittime è morto "moralmente" ! Sono davvero stati fatti a pezzi. Precipitati in un aereo colpito da un missile o saltati in aria mentre aspettavano di prendere un treno il due agosto.
La verità è che se continuiamo a credere che le cose non possono cambiare, non cambieranno.
Solo se alzi la testa puoi vedere l'orizzonte.
Enrico. Bald Eagle.
Bru
Fri, 12/11/2009 - 12:51
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 Essì, purtroppo la lista
Essì, purtroppo la lista è molto lunga. In questi giorni è in corso l'ultimo dei processi al riguardo, quello di Piazza della Loggia, con moltissime correlazioni a Piazza Fontana e gli stessi imputati, ma non c'è spazio sui giornali.
Sarà l'ultima occasione per sapere qualcosa di più, ma ne dubito molto.
Grazie per gli interventi, sempre molto interessanti.
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Bru
Fri, 12/11/2009 - 17:17
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R: Solo due righe di commento.
Beh, nella mia lunga riflessione di cui sopra, mi pare di avervi accontentato entrambi: Pinelli e Calabresi sono due vittime aggiunte all'elenco del 12 dicembre, così come lo fu Pietro Valpreda, con i suoi anni di galera scontati e i tanti anni di processi.
Non posso non fare, in ogni caso, dei distinguo storici: dagli atti giudiziari è stato appurato che Calabresi non era nella stanza con la famosa finestra, quindi innocente, ma, qualcuno da quella finestra ha "favorito" la caduta di Pinelli.
Calabresi era il questore di Milano e negli anni precedenti responsabile dell'ufficio politico, non a caso conosceva bene Pinelli, dato che questi andava a chiedere i permessi per i cortei; si parla anche di una forma di amicizia e rispetto tra i due. Calabresi non avrà avuto responsabilità dirette nella morte di Pinelli, ne son convinto, ma faccio fatica a credere che non sapesse cosa realmente accadde in quella stanza. Pagò per tutti, fu un capro espiatorio, ma, sinceramente, non me la sento nemmeno di beatificarlo.
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Bru
Fri, 12/11/2009 - 18:17
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R: Solo due righe di commento.
Nel 69 l'unico santo era su un palco in quel di Woodstock, tutto vestito di bianco :-) ... ma forse era un angelo.
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Texasflood
Fri, 12/11/2009 - 16:05
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R: Solo due righe di commento.
>>>Mi auguro che le possiate vedere voi<<<
Sarebbe bello, ma invece la lista dei "misteri" si allunga...
Kernel7
Fri, 12/11/2009 - 19:22
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Io, essendo un giovinastro
Io, essendo un giovinastro (ma che ci faccio in questo sito :D ?!), purtroppo non ero a conoscenza di tutta la storia di Piazza Fontana nei dettagli, e di questo me ne vergogno...Volevo quindi ringraziare di cuore il buon Bru che mi ha dato la possiblità di conoscere più a fondo la storia di questo avvenimento, regalandomi un'idea ben più chiara dei fatti, cosa che mi risultava impossibile basandomi solo sulle "verità" dette e non dette da televisioni e giornali.
Tutto quello che ci hai detto oggi, dovrebbe essere quantomeno materia di studio a scuola, o argomento di dibattito nei media; invece, di questi tempi, siamo giunti al paradosso di sapere in dettaglio quanti peli inguinali ha la Belen, ma di essere totalmente ignoranti riguardo gli avvenimenti fondamentali della nostra storia. O forse, più semplicemente, è sempre stato così, visto che la storia è una spirale e non una linea retta?
L'unica cosa di cui sono certo è che se uno vuole avvicinarsi alla verità, questa verità se la deve andare a cercare da solo, perchè nessuno gliela metterà in bocca.
Ma una persona che conosce e studia è una persona libera.
... Quindi, 1000 di questi blog! Oggi mi hai reso un pò più libero, e di questo te ne sono grato. Grazie ancora!
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"Potevo attraversare litri e litri di corallo
per raggiungere un posto che si chiamasse Anarchia"
Bru
Fri, 12/11/2009 - 20:51
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R: Io, essendo un giovinastro
Vero Paolo, bellissimo il sito di "La storia siamo noi" con tante puntate della trasmissione di Minoli.
Su piazza Fontana io ricordo anche un bel documentario di Zavoli, credo fosse "La notte della Repubblica".
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Bru
Fri, 12/11/2009 - 20:45
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R: Io, essendo un giovinastro
Grazie mille Kernel, mi fa molto piacere quello che mi hai scritto, perché il mio proposito era proprio quello di stimolare la curiosità e onorare la memoria.
Ho fatto solo un brevissimo riassunto di questa vicenda, senza pretese, giusto per offrire degli spunti di riflessione; la fatica più grossa è stata quella di smussare certe mie opinioni, onde evitare inutili possibili polemiche su una grave vicenda che tutti ci riguarda. Ma appuro sempre che su Laster il livello generale è sempre alto, sotto tutti i punti di vista.
Leggevo proprio oggi pomeriggio un indagine sui libri di testo di storia delle superiori che ha riportato dei risultati a dir poco scandalosi: sulla vicenda di piazza Fontana mancano quasi sempre i nomi di Calabresi e di Pinelli, addirittura non sono nemmeno concordi sul numero delle vittime! A me è bastato dare un occhiata incrociata sul web per avere certe informazioni che ovviamente non ricordavo tutte a mente.
Tu hai la giustificazione della gioventù per ignorare certi avvenimenti, e tanto tempo e curiosità per riempire il vuoto; non mancano, invece e purtroppo, i tanti casi di persone ben più "stagionate" che continuano a pensare che le bombe di Bologna o di Milano siano state messe dalla mafia o dalle Brigate rosse.
Porta Pia è lontana (anche se già c'era Lauro), ma il 1969 è ancora dietro l'angolo.
PS: quanti peli ha Belen sull'inguine? :-)
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