Periodo Strato...

... sferico... e anche ...caster.

Si, Stratocaster. La chitarra che non avrei mai voluto comprare, che era la mia ultima scelta in caso di progetti assemblaggio custom. Eppure ne ho presa una, alla fine... una Squier (ovvio) Standard stratocaster. Con tanto di palettone, si. Con il suo ponte da quattro soldi, il legno di seconda o terza scelta, capotasto in plasticaccia, verniciatura di plastica e meccaniche "die cast". Però con un gran bel palissandro per tastiera, un manico con le venature belle dritte e bello a vedersi (e a sentirsi in mano). E un attacco corpo-manico davvero preciso. Elettronica da rivedere, pickup tendenti al pietoso (taglienti, squillanti, acidi, poco definiti). Poi, aggiungo una nota: io ho pagato questa chitarra la strepitosa cifra di 90 euro. Si NOVANTA euro, tutta completa e settata, come "ex-demo". Perchè al negoziante era arrivata con una antiestetica scrostatura della vernice sul profilo laterale in basso (dove la Les Paul, per intenderci, ha il jack).

Sfatiamo un mito: la Squier standard stratocaster, a mio parere, offre delle basi di miglioramento. Se si compra un esemplare particolarmente fortunato, in cui l'assemblaggio e i legni non siano troppo indecorosi, si può arrivare ad uno strumento suonabile e ben suonante con tutta una serie di lavori, e il mio è diventato abbastanza suonante con una rettifica della tastiera, capotasto in osso (che, a prescindere da discorsi sul timbro, fa una enorme differenza nella suonaiblità dello strumento e nel feeling che dona all'action), e lavori per far poggiare il ponte in maniera decente sul corpo. Però resta un problema: quella "vasca da bagno" rappresentata dal routing per i pickup. Quanto influisce sul suono? Snatura la Stratocaster? Anche se cambio pickup, ponte, rifaccio la circuiteria, avrò una strato che suona molto meglio di quanto potesse fare così come uscita di fabbrica... ma avrò una stratocaster CHE SUONA COME DEVE?

Allora l'idea è quella di prendere un corpo fatto bene, con gli scassi giusti e di legno buono. Così da poterlo verniciare decentemente e montarci il manico che ho già. E già che ci sono, un ponte a sei viti invece che due Pivot. E con le sellette ripiegate. E, visto che faccio tutto questo... anche un'elettronica buona, ben cablata, dei magneti decenti. Insomma, alla fine eccomi nella trappola dell'assemblaggio di una stratocaster, argomento di cui tanto si parla su queste pagine.

Mah. Tutti questi problemi per una chitarra che neanche volevo. E che rappresentava la mia "ultima scelta" in caso di progetto di assemblaggio. E soprattutto... con l'enorme e annoso dubbio dei risultati: ne vale la pena? Pur seguendo tutti i consigli letti in giro, otterrò davvero gli strepitosi risultati tanto decantati negli articoli letti? O noterò solo lievissime differenze rispetto all'attuale, e quindi avrò sprecato tempo, fatica e soldi per uno strumento che non mi piace o non suona?

Ripeto... Mah. Scetticismo. Dubbio. Incertezza.

Tuttavia... c'è sempre un tuttavia in storie come queste. La scorsa settimana ero alle prese con una stratocaster. Non la mia, quella di Anna. Una Eko, imitazione strato, che aveva annosi problemi di pickup e di elettronica.

Portata a casa, i miei occhi e le mie orecchie più esperti di quelli di Anna hanno subito individuato il problema: elettronica pietosa. Smonto tutto e mi accorgo che il problema dei magneti non era tanto nelle saldature, quanto... nei magneti stessi. I fili erano staccati. O meglio, non erano mai stati saldati sul magnete... lascio perdere. Un magnete, per il ponte, già ce l'avevo. Rintraccio su Mercatino un'accoppiata manico + centrale, compro un selettore nuovo e faccio le saldature del caso. Inaspettatamente, scopro di saperci fare abbastanza: ho imparato finalmente a usare il saldatore :). Una ripulita, una rilucidata, un setup accurato... e il sorriso di Anna quando l'ha imbracciata e l'ha sentita suonare non hanno davvero prezzo :).

Ma non solo il suo, anche il mio. Si, perchè la morale di tutto questo "cianciare" è...

 

NE

VALE

LA

PENA!

 

Partendo dal fatto che quella Eko non è certo la migliore strato del mondo, ma che tuttavia è fatta in legno massello, verniciata leggera e con gli scassi dei pickup giusti a differenza della "vasca da bagno" della Squier, un semplice cambio di magneti ha ottenuto effetti miracolosi:

Timbro personale (che la mia Squier non ha).
Pulizia del suono (che la mia Squier non ha).
Suono acustico già definito (che la mia Squier ha poco, ed è già metallico così)
Suono elettrico che sa di Strato... lontano anni luce dalle strato buone, vero, ma al tempo stesso già è un suono medio-decente. Non tagliente ma squillante. Non troppo sostenuto ma corposo. Non potente ma presente.

Insomma, ne vale decisamente la pena.

Se un cambio di magneti su una Eko ha strappato un sorriso immenso alla sua proprietaria, un cambio corpo e un assemblaggio da Vera Strato cosa strapperanno al sottoscritto?

Spero qualche orgasmo sonoro...

Manca un ultimo punto: come ho fatto a passare da "chitarra che non vorrei mai" a "chitarra che fa per me e che sento necessaria"? Beh, questa è davvero un'altra storia, fatta di spaghetti alla Sandro e banchi di lavoro affollati :)...

Incrociate le dita per me: ormai ho quasi tutto pronto, mancano gli ultimi dettagli... ma sono entrato nel tunnel, e sto assemblando la mia Stratocaster.

:)

 

Rob