Gaia rivive, fase uno

Dopo 15 anni di onorato servizio i seppur ottimi potenziometri della mia Gaia (Yamaha RGX 121D del 1995) hanno deciso di andare in meritata pensione. Se la sono meritata :), hanno lavorato ore ed ore ed hanno sopportato lo strazio della mia pippaggine come chitarrista. Stesso discorso per il condensatore, già che c'ero. Il selettore e il giecc li lascio così, originali. So' 'na favola per come so' fatti bene :).

Ma torniamo ai potenziometri: sabato sono arrivati i rimpiazzi, giovani virgulti americani di origine (penso) italiana... visto il cognome: DiMarzio.

Essendo una chitarra HSH ho preferito prendere potenziometri da 500K, e come condensatore ho scelto uno .022 mullard film-oil che avevo in stock. Si, ormai anche io sono in fase "stock di componenti", ne compro un tot ogni tanto per tenermeli di scorta "casomai servisse qualcosa". Certo, con questa configurazione il singolo centrale suona un po' chiuso ma, onestamente, è questione di sfumature su quella chitarra così particolare. E, non mi stancherò mai di dirlo, quel singolo centrale lo penso sempre come "accoppiamento" per i due humbucker, raramente lo uso da solo... e devo dire che quell'accoppiata la trovo fantastica :).

Infine, veniamo a noi. Questi lavori non sono mai esenti da qualche piccolo intoppo: per quanto uno si organizzi e abbia fatto già qualche esperienza, qualcosa di nuovo può sempre profilarsi all'orizzonte... e ieri sera l'imprevisto si è presentato sotto le vesti infide del filo che collega l'aggancio delle molle alla massa generale del circuito, sul pot del volume. Infide, si, perchè nella stratocaster c'è un foro diretto, nella mia Yamaha no: il foro della cavità molle comunica con la cavità controlli attraveso lo scasso del magnete al ponte facendo compiere al filo una curva a 270° (con scappellamento a destra come se fosse antani). Perchè ho dovuto sostituirlo? Perchè aprendo i controlli ho notato che il filo era spezzato, e non ce n'era abbastanza per risaldarlo dove avrebbe dovuto, cioè sul pot del volume.

Inizialmente mi sono detto: "e che sarà mai?". Sfilo baldanzoso il vecchio filo e comincio a bestemmiare come un turco incazzato perchè quello nuovo non ne v oleva sapere di sbucare nella cavità controlli. Niente, si bloccava da qualche parte (e ti credo!). Smonto un paio di molle dopo aver mollato le corde, tanto per avere più spazio per lavorare su quel foro minuscolo (io monto 5 molle sulla mia RGX). Finisco per smontarle tutte ma niente... il filo non ne vuol sapere. Non so come, mi viene la geniale idea di vedere se, per caso, quel filo passava sotto l'humbucker al ponte. Per smontarlo... o tagliavo le corde, o smontavo il manico: ho scelto la seconda perchè volevo lasciare le corde vecchie per testare il lavoro sull'elettronica, prima di cambiarle.

Con molta... moltissima apprensione... smonto il manico della mia adorata Gaia. Non l'ho mai fatto in 15 anni per paura di spanare la filettatura nel legno. Com mia piacevole sorpresa le viti si svitano lisce come l'olio. Avvitaggio perfetto, e svitaggio altrettanto. tolte le viti, il manico fatica a venir via. Altro segno ottimo della qualità Yamaha. E quando infine il manico viene via, sommo gaudio: noto che la parte di manico che si incastra con il corpo è sverniciata, è legno vivo, così come la tasca del manico. Mi sembra roba da castomsciòp, e pensare che quella era la "entry level" della serie RGX nel '95 :), anche se la pagai 450.000 sudatissime lire.

Smonto anche l'humbucker, e scopro il giro strano che fa il filo della massa del ponte. E scopro anche che la parte in basso del magnete ha un'imbottitura in gomma dura usata al posto delle molle sulle viti. Altro colpo di classe, visto il tipo di chitarra, perchè una cosa del genere dovrebbe (credo) attenuare il feedback ad alti volumi.

Vabeh, sistemata la questione filo della massa del ponte, mi dedico al resto del circuito. Assemblaggio che fila liscio come l'olio, anche se mi prendo tutto il tempo per fare le cose con calma: è pur sempre la mia Gaia, no? E' la mia chitarra, è quella che mi tiene compagnia dai miei tempi d'oro, che mi ha seguito in ogni dove e che mi seguirà fino alla tomba. Anzi, nella tomba... tra una sessantina d'anni, va' :p.

Fila tutto bene tranne l'ultimo dettaglio: saldare il filo della massa del ponte sull'attaccamolle il cosiddetto "spring claw" per intenderci. Che poi, apro una parentesi: Se saldo il filo la, le molle conducono elettricità fino al blocco inerziale e, di conseguenza al ponte stesso? E poi, il blocco inerziale se fatto di lega conduce davvero (condizione essenziale perchè le corde scarichino a massa l'elettricità e le interferenze)?

Mah. Fatto sta che ... si deve far così. Perciò attendo con una pazienza bradiposa che il saldatore mi scaldi abbastanza il "claw", e poi tento di saldarci su il filo. Tento, e mi pare di riuscirci al primo colpo: lo stagno si deposita in una bella gocciolona, e prima di lasciarla freddare tengo il saldatore a contatto con il claw per far freddare più lentamente lo stagno. poi aspetto che tutto si freddi per bene, il tempo di andare a fare la cena, e quando torno comincio il riassemblaggio di tutto. Appena inizio a riattaccare la prima molla... scopro che le vibrazioni causate dall'operazione mi fanno allegramente zompare all'aria la saldatura fatta poco prima.

Dire che mi sentivo incazzato era poco. Ma che devo fare per saldare correttamente quel coso??? Eppure ho un saldatore che si regola da 0 a 70W, della Weller (quindi, mica ciofeche cinesi!). Ma, si sa, non è tanto lo strumento quanto le mani che lo usano... e le mie sono poco esperte in termini di saldatura, evidentemente.

Vabeh, mi armo di santa pazienza:  tolgo tutto lo stagno, rifaccio tutto da capo. Questa volta provo a depositare un po' di stagno sul claw, e infine ci appoggio il filo e ce ne metto dell'altro. Avro fatto giusto? Boh. Però così tiene, anche se non si può vede', esteticamente parlando.

Infine riassemblo il tutto in forma di chitarra, riaccordo e attacco all'ampli in cuffia.

Nnnnnnnon male. Anzi, non torppo schifoso come lavoro: il suono c'è, il selettore seleziona, i potenziometri fanno i potenziometri... tutto giusto, e il cambio di condensatore ha rivitalizzato il suono che è un piacere. La voce di Gaia non è più strozzata, è... aperta, ariosa, indescrivibile. Sembra uno strumento nuovo ma che suona da vecchio :).

Perchè non lo considero un lavoro perfetto? Indovinate...

Ronza un po'. Non tanto, ma un po' si. Non c'è solo il ronzio da mancanza di massa al ponte, quello (vista la disavventura) avrei dovuto metterlo in conto. Ma è proprio un ronzio costante. Basso, ma c'è.

Loop di massa? Mmmm... forse. O forse è la massa centrale sul pot del volume che è saldata male.

Boh?

Io credevo di aver fatto un lavoretto pulito: sulla strato di Anna mi è riuscito tutto alla grande e non ronza neanche se la prendi a martellate... ma sulla mia, non so.

Devo rivederla, e se proprio non ne vengo capo la porto a fare un giretto ad Ostia. Sempre che non creo troppo disturbo al buon Sandro :)...

Fase uno: si chiude con un pareggio. Prima suonava alla cavolo, adesso almeno suona... a parte il ronzio.

La fase due penso si terrà stasera, vedremo...

 

:)

Rob

 

Comments

Sssi, ci avevo pensato all'articolo, e a dire il vero ne sto preparando un altro che meriterebbe di esser pubblciato prima di questo :).

Il punto è uno: questa "avventura" voglio raccontarla quando avrò risolto i problemi e l'avrò portata a buon fine. Cioè il prima possibile :). Gaia è, al momento, l'unica chitarra "suonabile dal vivo" che mi è rimasta, non posso permettermi che sia inutilizzabile (e, al momento, lo è). Perciò mi dò una mossa e risolvo con la massa.

Sperando di non dover dire una messa.

(... con missa e mussa non mi vien niente :p)

 

Grazie dell'invito però :)

 

Rob
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"Qualche volta tu vorrai rinunciare a suonare la chitarra, tu odierai la chitarra. Ma se le sarai fedele, lei ti ricompenserà."
James "Jimi" Marshall Hendrix

Predica? MA DAI!!! Micca sei il mio datore di lavoro :)...

No, io lo prendo come un gentile invito, e le tue intenzioni sono più che giuste. Anzi, le condivido... e per la cronaca, ieri sera ho risolto il problema. Per fortuna :). Quindi ora è in preparazione l'articolo... sempre che il mio datore di lavoro non mi faccia una predica :p.

Un abbraccio, e buona giornata :)

 

Rob
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"Qualche volta tu vorrai rinunciare a suonare la chitarra, tu odierai la chitarra. Ma se le sarai fedele, lei ti ricompenserà."
James "Jimi" Marshall Hendrix

"per la cronaca, ieri sera ho risolto il problema"

Sono curioso di sapere.

Se ci ho preso chiedo una laurea honoris causa...

 

Ciao.

Andrea.

Ciao Rob.

Allora, prima di tutto una precisazione: secondo me non è affatto sbagliato posare dello stagno sul claw per poi appoggiarci il filo.

Non è affatto facile scaldare un blocco di metallo di quelle dimensioni ed un saldatore da 70W non è tutto, dipende anche dalla punta, dallo stagno usato (spero non lead freee) ed infine dal "manico" di chi usa il saldatore ;-).

In ogni caso la tua procedura non è errata, quindi mi viene da pensare che il problema sia altrove.

Suppongo che il filo che connette il jack al primo potenziomentro (non so se sia il tono o volume) sia stato disconnesso. Una saldatura "fasulla" su quel cavo potrebbe portare dei problemi.

Infine se non hai fatto modifiche al circuito originale e sei sicuro della qualità dei componenti montati io non credo si sia creato un loop di massa.

 

Spero di esserti stato utile ;-)

 

Ciao.

Andrea.

EH se sei stato utile! :)..

Guarda, il cavetto che parte dal potenziometro del volume e va al jack l'ho saldato... spero bene. Ho attacato il segnale all'apposito piedino, e ritengo sia venuta una bella saldatura: lucida :). Forse, però, ho saldato male la massa dello stesso filo: ho attaccato le masse dei magneti in un punto della carcassa, la massa che viene dal claw in un altro punto e, infine, la massa del cavo d'uscita in un terzo. Questo per non fare la saldatura a più riprese nello stesso punto e cercare di tenere il lavoro il più "pulito" possibile. I pot sono nuovi e sono di qualità: li ho misurati prima di iniziare, e per una incredibile botta di culo quello che ho usato per il volume segna 499 Kohm, mentre quello al tono 420 Kohm.

Direi che ci siamo abbastanza sulle tolleranze, no? :).

Quanto al "manico" di chi salda... sono ancora, ehm, meno esperto su questo punto. Su saldature più normali, però, ho acquisito una certa dimestichezzza e non mi vengono più "fredde" :).

Ah, lo stagno che ho è "lead free". Purtroppo, al piombo non si trova più nulla... però, dai, alla fine l'ho saldato.

Stasera però ricontrollo tutto... grazie mille :)

 

Rob

 

 

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"Qualche volta tu vorrai rinunciare a suonare la chitarra, tu odierai la chitarra. Ma se le sarai fedele, lei ti ricompenserà."
James "Jimi" Marshall Hendrix

Allora, andiamo in ordine.

Io non ho mai aperto una Yamaha, quindi onde evitare equivoci: con carcassa intendi il corpo del potenziometro giusto?

Se è così, non credo che le 3 saldature distinte creino problemi in quanto la dimensione del potenziometro è ridotta e secondo me può essere considerato come un "punto potenziale" unico.

 

Per quanto riguarda il filo di massa al jack, quella è una saldatura molto importante.

L'elettronica della chitarra non ha nessun collegamento a massa finchè tu non inserisci il jack (escluse le tue sagge manine quando toccano corde, ponte, etc.) quindi tutto "arriva" da li ed è importante avere una buona saldatura onde evitare di sprecare il restante lavoro fatto a monte (massa pick up, claw, potenziometri etc.).

 

I potenziometri sono ok, anche se magari qualcuno che "pistola" di più con il tono avrebbe preferito montarli al contrario, ma sembra non sia il tuo caso.

 

Lo stagno lead free. Ho sentito dire che non sia più completamente obbligatorio e che da un po' sia ritornato in commercio anche il tradizionale (e mai troppo lodato) stagno con lega 60/40.

Però prendi la notizia con le pinze perchè, nonostante mi fidi parecchio della fonte dell'informazione, è una cosa che non ho ancora verificato di persona.

 

Infine il manico.

Salda, salda, salda ancora e quando ti sei stancato salda di nuovo. La pratica è l'unica cosa che ti può insegnare davvero (magari non saldare sempre la stessa cosa, se nò la cuoci ;-))

 

 

Ciao.

Andrea.

GRAZIE :), perchè i consigli non sono mai sprecati... specie quando uno ha poca esperienza (come me) e ne ha bisogno.

Ieri sera ho rifatto un giro di controllo su tutte le saldature, specie quella "finale"... ovvero, il cavo che conduce al jack di uscita. Ho fatto un test di continuità elettrica e, anche se poco attendibile, ha dato un esito positivo: con un capo del tester sulla massa del jack, ho messo l'altro capo su ciascun potenziometro, sul claw e (per curiosità, visto che sono curioso come gatto), anche sulle molle e sul blocco inerziale. Tutto a posto.

Però ho notato che.... il filo di massa che chiude il parallelo per il controllo di toni aveva una saldatura un po' freddina. Anzi, decisamente fredda. Non so come mi sia sfuggita l'altra sera, ma poco importa. Ho provato prima a dissaldarla e ho testato la chitarra così: nessun ronzio :). Poi ovviamente ho rifatto la saldatura (sennò, niente controllo di tono :p) e l'ho fatta bene questa volta. Altro test, e risultato positivo: ronzio eliminato.

Non so come spiegarmelo, ma pare fosse quello il problema :).

Si, hai ragione al 100%: saldare, saldare e ancora saldare... più pratica faccio e meno tempo ci metto a fare una saldatura. Più pratica faccio, e meglio mi vengono. Più pratica faccio, e più mi sento realizzato: non è possibile che un perito elettronico non sapesse tenere un saldatore in mano :p...

Riguardo allo stagno, essendomi fornito in negozi neanche troppo specializzati ho finito per prendere un rocchetto di stagno "lead free", ma siccome le scritte sono in tedesco non ho affatto idea della composizione. Mi pare di capire che abbia una componente anti-ossidante, che poi è quella che "evapora" quando saldo. Le saldature, a meno di miei errori, vengono fuori molto lucide e a me pare buono... ma non ho l'esperienza necessaria a giudicare correttamente. Vero è che ieri sera, visto che c'ero, ho rifatto 4 jack e, una volta testati, si sono rivelati ottimi (perchè ottimi erano i componenti e ottime le saldature che ho fatto)... quindi anche se fosse stagno senza piombo, per ora lo vedo bene. Ma darà problemi nel tempo? Non so.

> escluse le tue sagge manine

Eeeeeh, troppobbbbuono! Sono un chitarromane, chitarraio, chitarrofilo... essere chitarrista è un'altra cosa :).

Riguardo la Yamaha... non so la produzione attuale, ma la produzione fino a fine anni '90 era veramente a livelli altissimi. La mia fa parte della seconda generazione RGX, chitarre nate negli anni '80 con la filosofia di quel periodo: "superstrat" fatte in tiglio con verniciature abbastanza pesanti, manici sottili, tastiere piatte e pickup ad alta uscita (preferibilmente ceramici). La mia 121D era la fascia base, e non so dirti in quanti pezzi (e di che qualità di legno) fosse fatto il corpo. Però ha degli standard di qualità elevati che in chitarre da 200 euro di oggi (io Gaia l'ho pagata 450.000 lire) ce li sognamo, soprattutto nel comparto elettronica. Io l'ho rifatta solo perchè dopo 15 anni avevo dei seri problemi con il pot del volume, ma quando ho aperto il vano (e in 15 anni non ce n'era mai stato bisogno!) ho visto una pulizia di cablaggi e saldature che mi ha meravigliato. Non ce n'era una che fosse ossidata e, a tutti gli effeti, non ho mai avuto problemi con ronzii vari o rumori strani.
Ripeto, non ho idea della produzione moderna... ma certamente la generazione a cui appartiene la mia Gaia è fatta veramente bene :).

Ma non vado oltre... m'è venuta voglia di scrivere un articolo, perchè ci sarebbero tante cose da dire sulle Yamaha :).

Rob

 

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"Qualche volta tu vorrai rinunciare a suonare la chitarra, tu odierai la chitarra. Ma se le sarai fedele, lei ti ricompenserà."
James "Jimi" Marshall Hendrix

> .indovina tu in che posizione sei...? :-))

 

in prima fila essendo arrivato ultimo. Chi è che disse "gli ultimi saranno i primi"? :p

 

Rob :)
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"Qualche volta tu vorrai rinunciare a suonare la chitarra, tu odierai la chitarra. Ma se le sarai fedele, lei ti ricompenserà."
James "Jimi" Marshall Hendrix

Beh, direi che non c'è ombra di dubbio, il problema era la saldatura sul tono.

Occhio solo a quando controlli con il tester: la resistenza può essere 0 ohm (come avevi infatti misurato tu) ma per garantire una buona schermatura il contatto deve essere davvero buono.

Un piccolo esempio per capirci: se prendi il capo di un filo, lo arrotoli al pin del jack e misuri clo tester la resistenza sarà zero, ma il contatto tutto tranne che buono. Quando in un contatto passano dei segnali elettrici i valori in gioco cambiano, e basta davvero poco per sentire dei cambiamenti in termini di suono.

Lo stagno lead free non è che sia proprio da buttare, se riesci a fare delle buone saldature puoi usarlo tranquillamente, però posso garantirti che se farai passare altri 15 anni prima di riaprire il vano potenzionetri non troverai sicuramente lo spettacolo che hai trovato questa volta ;-)

Per quanto riguarda la qualità Yamaha mi fido delle tue parole, in quanto non le ho mai nemmeno suonate. Ad ogni modo nel prossimo autunno/inverno prevedo (con la sfera magica ;-)) l'acquisto di una semiacustica e la leadership della 335 in questo momento è seriamente minacciata dalla SA2200 e le tue parole non fanno che aumentare tale minaccia ;-)

 

PS: "non è possibile che un perito elettronico non sapesse tenere un saldatore in mano" sei anche perito elettronico! Quindi siamo pure colleghi... Dai, applicati che la saldatura a stagno non è niente di trascendentale ;-)

 

Ciao.

Andrea.

450.000 lire dell'epoca non sono 200 euro oggi...facciamo un conto della serva molto, ma molto approssimativo.

Metti che l'Istat ci abbia preso in pieno, dicendo che l'inflazione si è alzata in media del 3% di anno in anno - mettiamo il 3% nonostante anni fa fosse ben più alta, oltre il limite di Maastricht.

Se al prezzo di partenza aggiungiamo per 15 volte il 3% (aggiornandolo quindi all'inflazione odierna) otteniamo 701.085,3 lire, che in Euro fanno 362,08.

Per cui dovresti paragonarla, facendo un conto molto approssimativo (perchè in mezzo bisogna calcolare anche il cambio dello yen, nel 2006-7 molto conveniente, nel 2008 sconveniente, ora di nuovo abbastanza conveniente) ad una Yamaha da 350 Euro. Questo spiega come mai le entry level, che hanno un livello costruttivo più basso, costino meno.

Nulla si crea, nulla si distrugge...

Daniele.

 

Maremma bona, non consideravo questi fattori... però si, non c'è nulla che non torni :). Ragionando in soldoni, posso pensare che la "entry level" della serie RGX dell'epoca non era proprio la "entry level" in assoluto. Forse era solo la più basilare di una serie comunque buona :).

Grazie per il ragionamento comunque, torna sempre utile saperle certe cose :)

 

Rob
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P.S. : ... per dovere di completezza, non ho fatto modifiche: il circuito rispecchia al 100% l'originale :)

 

Rob

 

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