Decima puntata della rubrica che vede Daniele Bazzani e Giovanni Onofri parlare delle...
Senonché, scattata la prima foto, le pile della digitale mi hanno abbandonato. Non potevo certo aspettare 3 o 4 ore che si ricaricassero così ho proceduto per la mia strada, dimentico che anche col cellulare si fan fotografie di buona qualità (5 Mpixel).
Solo ieri me ne sono ricordato e così ho deciso di rimediare e di scattare qualche immagine per postare (che brutto verbo! come si dirà in italiano?) un articoletto che tratti, per l'ennesima volta, il modo di “costruirsi” una pedaliera.
Ecco quindi il mio punto di vista sull'annoso tema
Prima di tutto è necessaria una bella valigia della Rockcase, di quelle col coperchio staccabile completamente dalla base.
Il secondo passo è quello di procurarsi una tavola di compensato da 1 cm di spessore e di dimensioni adeguate alla valigia (38 x 60), alcune fascette autobloccanti, un trapano e un paio di punte.
Decisa la disposizione dei pedali, nel mio caso già in parte consolidata, si procede forando la tavola con una punta piccola per creare i fori nei quali far passare le fascette autobloccanti, poi con una punta più grande per i fori dai quali far uscire i cavi di alimentazione.
Si fissano i pedali con le fascette (io odio adesivi e velcro) senza dimenticare i cavetti di collegamento (George L's) ed il gioco è fatto. L'immagine renderà certamente meglio delle parole l'idea.
La pedaliera è così composta: accordatore Peterson Strobostomp 2. fuzz Fulltone Soul Bender, RMC Wizard wah, overdrive Fulltone Full Drive 2, tremolo Boss TR-2 (uno dei 2 nuovi acquisti), Electro Harmonix POG2 (l'altro nuovo acquisto) ed infine un Retro Sonic Analog Delay.
Il tutto è alimentato dalla ciabatta che si vede in alto, con filtro di rete incorporato, alla quale sono attaccati 3 alimentatori: 1 Boss modificato in positive ground per il Soulbender, 1 Boss normale che alimenta 4 pedali più l'accordatore, 1 alimentatore per il POG2. Rumori di fondo, ronzii e palle varie “zero assoluto”, mai sentiti in vita mia.
Sul fondo della tavola girano tutti i cavi dell'alimentazione opportunamente tenuti da qualche pezzo di scotch da carrozziere. Ho aggiunto 6 piedini di gomma per tenere il tutto leggermente sollevato all'interno della valigia e far sì che la tavola non “balli”
.Quando mi capita di suonare, prove o concerti che siano, tolgo il coperchio, attacco il cavo di alimentazione, i 2 cavi jack ed il gioco è fatto.
Sì, ma che centra il sottoscala, direte voi, a questo punto? Il fatto è che la mia sala prove domestica, dove tengo tutte le mie cose compresa la pedaliera (ma non le chitarre, c'è un po' di umidità) è appunto il sottoscala. Eccolo qua:
Un bell'angolino vero? E infine un doveroso ringraziamento: tutta questa difficilissima operazione non sarebbe stata possibile senza l'aiuto del mio fido compagno di sottoscala, è ancora giovane ma si farà... tra un mesetto al massimo sarà pronto anche lui, non per un concerto ovviamente ma per essere mangiato alla vostra salute.
Un caro saluto a tutti i Lasteriani.
Massimo
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