Andiamo a vedere Le Luci Della Centrale Elettrica

Un silenzio rispettoso. Un urlo e molte verità. E' inutile nascondersi dicendo che sono solo frasi retoriche montate a cazzo. Vasco Brondi è il cantautore della nostra generazione.

Già la sua posizione di cantautore "underground" nel panorama italiano (che ha sempre vissuto di canzoni cantautoriali) è pressochè ridicola in un italia dove i Finley e i dARI si definiscono il futuro cantautoriale italiano. Le Luci Della Centrale Elettrica live sono una vera boccata d'ossigeno in un panorama sempre più acceso e allo stesso tempo sempre più nascosto (si rissolleverà grazie agli Afterhours a Sanremo??). Accompagnato da una violoncellista e da Giorgio Canali, Vasco Brondi dà il meglio di sè urlando a più non posso di fronte all'Italia dei precari, dei disoccupati, dei valori inesistenti, ecc ecc.

Le chitarre elettriche live di Giorgio Canali sono incredibili. La chitarra elettrica è una bomba in tutti i sensi. Alcuni suoni riescono a scuoterti pesantemente come un macigno in caduta libera e a volte addolcisce tutto con riverberi degni della miglior cattedrale gotica. Ottima anche la libertà vocale di Vasco tenuta un po a bada nel cd (è stonato un bel po' ma è tutto in tema con quello che canta) che liberata da un aria ancora più soffocante. E il violoncello è quella punta di disordine che alla fine tutto ordina in mezzo ai deliri vocali e chitarristici ...

Quando vai a vedere Vasco Brondi la gente è silenziosa, ascolta dettagliatamente per poi urlare insieme a lui "CHE COSA RACCONTEREMO DI QUESTI CAZZO DI ANNI ZERO?" come se ad un certo punto esplodesse di fronte a noi la rabbia inamovibile di dire la nostra sugli ultimi anni della nostra vita che a livello culturale/politico non hanno vissuto nulla se non la riforma Gelmini e i libri di Moccia.

Dicevano i Baustelle: "Pasolini è morto per noi" ma nessuno ci ha mai riflettuto troppo. In un Italia dove la superficialità del Grande Fratello domina (tanto da essere posta al di sopra di una vincenda come quella del caso Englaro) Vasco Brondi raccoglie la più grande identità della musicalità italiana e che ci piaccia o no gliene dobbiamo essere grati.

Grazie Vasco

PS: Vorrei ringraziare la comunità di Laster a partire dalla redazione che ha messo subito in top il mio articolo e ai vari utenti per i loro complimenti! Grazie mille di cuore!