13 ottobre 2001 / 13 ottobre 2008

7 anni. Sette. Non che stiamo insieme, quelli sono quasi 11. No, che siamo sposati. E' un gesto estremo, sposarsi. Di quelli che sanciscono un "prima" e un "dopo". Come un lutto, come una vittoria al superenalotto. Spartiacque, passaggio. Pasqua. Pure come rinascita. Difficoltà, devastazioni. Ne abbiamo passate da radere al suolo l'anima. E ne stiamo passando, vaccaboia. Eppure.

E poi. Stanchezza, a volte fatica, insofferenza. Ri-eppure.

Rubo le parole a Umberto Galimberti, perché quando uno l'ha detto bene la parafrasi è inutile e stolto spreco:

Se il criterio è la passione, difficilmente potremmo smentire Tolstoj là dove dice che il matrimonio, pervil solo fatto di essere una promessa irrevocabile, "è un inferno". Il problema è capire se la passione è l'unico modo in cui può declinarsi l'amore. E questo a partire dal fatto che "passione" significa "patire l'altro", e quindi, come ciascuno può constatare in quella condizione, perdere la propria autonomia, trascinati dalla discontinuità dell'oscillazione amorosa, dove l'altro diventa il vero regista del nostro vivere e morire. Ma accanto all'amore-passione esiste anche quello che potremmo chiamare amore-creazione, dove il rapporto con l'altro non avviene perché trascinati dalla passività della passione, ma è promosso da quell'azione che, pur non ignorando l'entusiasmo della passione, non si accontenta di una felicità passiva, perché vuole creare l'altro come si crea un'opera d'arte. Questo genere d'amore non si alimenta di quell'evasione dal mondo tipica della passione, ma assume un impegno nel mondo, non per una decisione di fedeltà, che di per sé non è un valore, ma perché non c'è creazione che non insista sull'opera, come ogni artista sa quando nell'opera che sta creando vede il riflesso e l'espressione di sé. Per vivere a lungo in due bisogna avere uno spirito artistico e non cedere a quella concezione così diffusa che intende la libertà come revocabilità di tutte le scelte, perché là dove un amico, un amante, una moglie, un marito, al pari degli oggetti, diventano intercambiabili appena l'insorgere di una passione ci trascina verso altri lidi, là dove la decisione non comporta effetti irrevocabili, non muta il corso delle cose, non produce eventi che possono essere anche irreversibili, non si costruisce alcuna biografia, non si scopre nulla di sé e tanto meno qualcosa dell'altro, ma soprattutto si scambia la libertà di scelta con una vera e propria astensione dalla scelta. Se il mondo delle relazioni viene trattato alla stregua degli oggetti che si usano e poi si gettano come passione detta, senza affaccendarsi intorno all'opera come è appunto il lavoro dell'artista che mai si accontenta della sua creazione, anche la passione si estingue, come è facile vedere nei bambini sommersi dai giochi, a nessuno dei quali riescono a dedicarsi con vera passione".

Parole come pietre, e grazie, amore mio, perché così mi crei e così ti fai creare.

Comments

Intanto auguri: settantavoltesette -diceva qualcuno - di questi momenti.

La Frase di Galimberti (che conosco bene perchè della città in cui sto vivendo e insegnante di Umberta - mia moglie) è da togliere il fiato.

Letta da uno come me che si sposato da poco + un mese alla bella età di 38 anni, fa tremare i polsi per la semplice complessità che è questa cosa che lo stare insieme nel matrimonio.

Ciao

BoogieBeppe

a voi e alla vostra bellissima storia d'amore. Certo che se sei sempre cosi' dolce, romantico e premuroso, la crisi del settimo anno te la mangi a colazione!

Bravo! C'e' da imparare non solo musica da te!

A presto

Corrado

mica volevo fare l'intellettuale (il mio cervello accanto a quello di Pasolini lo sento imbarazzante come il mio pisello accanto a quello di Rocco...), è solo che una mattina a colazione ci siamo ritrovati a parlare di quella pagina che avevamo letto ognuno per i fatti suoi... 

Poi, come sempre, il Capo è infinitamente più efficace, comunicativa, profonda e di spessore.


Guitar PRAXIS