Mìn selvà  - Restauro modificante ad una giapponesina

Scritto da daniele il 02/Oct/2009 alle 02:40

Sezione: I corti

 

Premessa

Approfittando di un cambio corde, ho smontato tutta la chitarra, in modo da poterla descrivere meglio.
La RS Wildcat è una Superstrat con dimensioni leggermente diverse da una strato tradizionale, ed infatti non ne è proprio una copia, ma una versione riveduta e corretta. Il corpo ed il manico sono nascosti sotto un pesante sarcofago di vernice plasticosa, che ha preso però con gli anni un colore così bello da giustificarne la presenza. L'innesto corpo-manico è buono, sforza un pochino ad entrare, però la causa è da ricercarsi nella verniciatura.

Infatti la zona di contatto sul body è sverniciata, mentre il manico ਠcompletamente verniciato. Ho provato a grattare via un po' di vernice dalla zona di contatto, ed ho ottenuto solo uno sgradevole odore di plastica grattata. Chissà  che vernice hanno usato...

La vite di regolazione del truss-rod è in posizione vintage, ovvero in corrispondenza dell'innesto corpo-manico. Sul corpo è presente un piccolo scasso, che però è difficilmente usabile. Le due volte che ho dovuto regolare la curvatura del manico ho sempre tolto tutto, che ਠpi๠comodo.
 
La tastiera invece è in palissandro ed è una delle cose più comode che siano passate sotto le mie mani, scorre che ਠun piacere e mi fa sentire pienamente a mio agio. Forse questo è il vero motivo del mio amore verso questo strumento.

Il ponte, infine, è un ACT2, settato flottante su due pivot. Lo strumento, non amplificato, suona abbastanza acustico, con un taglio sulle frequenze pi๠alte ed una certa rotondità  sulle basse, con un buon attacco, ed un certo sapore che io definisco di plastica rotonda, lo stesso che ritrovo, ad esempio, nel suono di Money for nothing. Da spenta ha la pasta sonora di una strato amplificata.

La chitarra non ha vibrazioni fastidiose. Insomma, nonostante l'età  (o forse grazie all'età ) suona stabile e molto ben intonata, perfetta, se non fosse per l'elettronica.

Il set-up

Già , qui nascono le limitazioni. La configurazione dei pickup è S-S-H, la mia preferita in quanto a versatilità . La chitarra nasce con il Coil Tap sul potenziometro dei toni. Selettore a cinque posizioni, humbucker splittato... cosa desiderare di più?

Beh... i pickup sono tutti ceramici a barra, sia i singoli che l'humbucker. La potenza di uscita non è estrema, però il suono non è il massimo.

L'humbucker al ponte, soprattutto, dà  un suono stridulo, svuotato di frequenze medie, che bisogna limare un po' con il controllo del tono (chiudendolo leggermente). Solo che chiudendo il tono il suono perde ulteriormente di freschezza, che per il mio modo di suonare ritmico ਠfondamentale per non far impastare le note.

In pratica, lo uso sempre in accoppiata col centrale, che addolcisce parecchio, quasi sempre splittato. Il single centrale ਠinvece quasi perfetto per le ritmiche che devono fare quack, solo che anche lui è un po' spompo di medie.

Il manico preso da solo è troppo scuro. Insomma, uso principalmente le accoppiate manico + centrale e ponte splittato + centrale, più il centrale da solo e questo ਠuno spreco, visto che l'Ibanez, che ha altri pickup ma con la stessa configurazione (senza possibilità  di coil tap, perà²), mi dà  tanta pi๠libertà  di spaziare tra suoni vecchi (incredibile ma vero...) e moderni.

Dando un'occhiata al circuito, inizio a farmi un'idea più precisa della situazione. Il pot del volume, unico per tutti i pickup, è da 500k. Forse è per questo che i singoli suonano cupi e l'humbucker cosଠacido. Probabilmente se fosse da 250k qualcosa cambierebbe. Già , ma non sarebbe sufficiente per riempire le frequenze medie. Inizio a pensarci su, poi, dopo un paio di giorni, la decisione...

La scelta dei componenti

Prendo il coraggio a due mani e mi decido, dopo aver letto l'articolo di Lauro sui pickup, a fare due ordini.

Il primo, un set di single coil da strato, magneti in AlnicoV, poli staggered, bagno nella cera, output di 6,2 kOhm. Se non fosse per l'avvolgimento automatico e non a mano, si direbbero dei pickup "perfetti".

Acquisto fatto su eBay presso un negozio inglese, uno degli importatori di Artec nel Regno Unito, dal quale mi ero già  fornito del delay analogico Artec, restando a dir poco sorpreso dall'incredibile rapporto qualità /prezzo. Provo di nuovo a fidarmi, al massimo ho buttato via trenta euro spedizione inclusa.

Il secondo ordine è presso un altro sito straniero, il tedesco Musikding, una piccola miniera per il fai da te presso cui avevo in passato acquistato i componenti per un looper true bypass, con lo scopo di escludere una parte della catena effetti con un solo colpo di piede.

Su questo sito prendo due potenziometri Alpha full-size da 250kOhm, uno lineare ed uno logaritmico, cosଠmagari capisco la differenza, con due pomelli in plastica nera, per non modificare pi๠di tanto il look attuale della chitarra. 7 euro e 70 compresa spedizione, lo stesso prezzo che ho visto, su eBay, per un singolo potenziometro, spedizione esclusa. Divertente vero?

Arrivati a questo punto, devo spiegare come suono di solito, per far capire meglio le mie esigenze

I controlli di volume e tono sulla chitarra sono per me inutili, sono un ritmico e quando devo cambiare suono cambio pickup. Mi piace giocare con la dinamica, per cui sono a posto dosando la plettrata in intensità  e luogo (al ponte piuttosto che al manico fa cambiare il suono). Questo mi dà  un vantaggio sull'acustica, riesco a riproporre bene lo schifo che suono sull'elettrica senza sentire troppo la necessità  di controlli o pedali.

Sul basso, ad esempio, ho tagliato via volume e tono ed esco in diretta dal pickup p-style ed i problemi si sono minimizzati.
Sulla chitarra, tuttavia, ho bisogno del volume per spegnerla. Questo perchਠper il basso uso il pedale volume, integrato nella sua pedaliera, ma per la chitarra no.

Non uso quasi mai suoni acidi, però ogni tanto, specie se devo eseguire delle frasi di accompagnamento, non ci stanno male.
Allora mi viene in mente l'illuminazione: set di tre single coil, dopo la miscelazione nel selettore, passa attraverso un pot volume e va al jack. Il quarto single coil, ovvero il centrale ceramico, viene collegato direttamente ad un altro pot volume e finisce direttamente sul jack.

Cosଠfacendo, secondo la mia teoria, posso acidizzare quanto voglio indipendentemente dal pickup selezionato. Posso anche suonare solo con il pickup ceramico, o solo con gli alnico.
A questo punto siamo arrivati agli ordini, descritti nella prima parte.

Mettiamoci all'opera!

Arrivato il pacco di Musikding non resisto e smonto l'elettronica giapponese. I vecchi pot sono entrambi da 500k, il push pull funziona ancora a meraviglia. Metto tutto da parte per progetti futuri, guarda caso ho sia acustiche da elettrificare sia una certa voglia di farmi uno strumento in tutta calma.

Inizio ad abbozzare lo schema elettrico nuovo, i pot sono abbastanza grandi e devo posizionarli per bene per farli stare nello scasso per i vecchi. Le manopoline nuovo mi piacciono tanto più di quelle vecchie, sembrano più professional e meno plasticose.
Tolgo i pickup dalla mascherina e provo a piazzare i due single nello scasso dell'humbucker. Problema. Non ci stanno

Non mi faccio demoralizzare e prendo un pennarello nero, mi segno sul body fin dove ampliare lo scasso e torno sul divano per cinque minuti. Ritorno dalla chitarra e scrivo con il pennarello nero "Mìn Selvà " sul legno sopra al battipenna. Già , è la mia gatta selvatica, wildcat, ovvero Mìn Selvà  in piemontese. Bene, ritorno sul divano e cerco di tenere compagnia alla santa donna che mi ha sposato, ma in tv non c'à© nulla che mi interessi ed il piccolo assistente spinge per andare ad aggiustare la chitarra rotta.

Ha ragione, non possiamo lasciare incompiuto un tale lavoro, per cui ci giriamo un po' intorno e decido di fare una tacca sulla vernice con un cacciavite, sul punto in cui dovrà andare a tagliare, ancora con cosa non so. Ecco che perà², facendo la tacca, scopro di avere o una forza notevole oppure un body fatto di legno friabile. Insomma, oltre alla vernice ho scalfito anche il legno. A questo punto provo a spingere gi๠il cacciavite e... hey, funziona! Usandolo come uno scalpello smusso gli angoli dello scasso, in precedenza sagomato per l'humbucker.

Ovviamente non viene un bel lavoro, così prendo il trapano e monto una punta da ferro nuova ed affilatissima e la uso di lato. Ora la superficie interna è liscia ed i pickup entrano giusti (non ho voluto strafare dando le stesse dimensioni degli altri scassi).

Bene, li provo sul battipenna... azz, manca del materiale sul battipenna! Qui lo scasso è troppo grande. Ma io non demordo e immagino di usare due striscioline di lamiera inox sul battipenna per montarci i pickup. Poi però penso all'estetica, e decido di fare un'altra stramberia: montarli direttamente sulla chitarra. Non tutti, solo i due che devono stare al ponte. Lascio i cavi abbastanza lunghi per poter togliere il battipenna senza strappare nulla ed il gioco è fatto.

In fondo, così dovrei riuscire a captare al meglio il suono acustico dello strumento. Se scoprissi, al momento della prova, che viene uno schifo... beh, sarei sempre in tempo per mettere le striscioline d'inox sul battipenna. Perchਠacciaio inox? Perché non si attacca con le calamite e perché ne ho una grande disponibilità .

Ora bisogna aspettare i pickup e finalmente si potrà  passare alla terza ed ultima fase, il montaggio finale.
L'attesa si fa estenuante e si prolunga fin dopo le vacanze estive ordine dato nella terza settimana di luglio, rientro dalle vacanze intorno al 20 agosto). Il postino ha fatto innumerevoli casini nella mia via (bollette consegnate già  scadute!) e così i pickup hanno impiegato davvero tanto per arrivare.

Si presentano molto essenziali, cavi rivestiti in qualcosa simile a carta cerata, poli staggered, proprio come da descrizione.

Mi butto nel montare i primi due al manico e centrale, senza problemi. I problemi arrivano al ponte, in quanto i due pickup avvicinati occupano più spazio di un humbucker. La basetta triangolare del nuovo pickup (diversa dalla base rettangolare dell'altro) mi impedisce un alloggiamento normale.

Ora sono di fronte ad un dilemma, che fare? Scavare ancora il legno del body già  in precedenza martoriato, oppure optare per un circuito normale a tre single coil? Sono un romantico sensibile, lo sguardo del body ha prodotto in me troppa "pietas", lo lascio in pace e monto il terzo pickup da solo nel buco immenso del precedente humbucker.

Risolvo il problema delle viti (perché questi pickup vengono spediti senza viti) temporaneamente usando un bastoncino di ghiacciolo posizionato sotto al pickup, sul quale mordono le viti che tengono il pickup sul battipenna. Già , le viti che prima reggevano l'humbucker sono di sezione pi๠piccola del diametro dei fori del nuovo pickup, così mi sono dovuto ingegnare. Ma non dovevo metterci una strisciolina d'inox? Sì, ma questa è solo una soluzione temporanea, al momento però è ancora definitiva...

Saldo solo il pot del volume, il secondo pot (che andrebbe a modificare i toni) resta da collegare, giusto per fare una prova veloce.

Un salto in avanti

Facciamo un bel salto in avanti, diciamo di un mesetto: la chitarra è ancora nello stato in cui l'ho lasciata, con il potenziometro dei toni ancora da collegare. Perchè? Perchè mi sono trovato tra le mani un qualcosa di inaspettato. Molto sarà  dovuto alla suggestione, ma ora ho una chitarra con un suono decisamente più presente, più pieno, come spesso si sente su tanti dischi del passato.

Ho cinque suoni a disposizione dal selettore, ognuno bellissimo e ben bilanciato rispetto agli altri, mai troppo graffianti o troppo carichi di bassi. Uno splendore.

Le posizioni intermedie sono sì un pelo più scavate sui medi ed eteree, ma comunque molto usabili anche con una leggera distorsione. Mi sono accorto oltretutto (sarà  la maggior presenza di frequenze basse, non so) che la chitarra reagisce molto meglio alla dinamica, è tanto più espressiva di cosa fosse in precedenza.

Giungiamo ai giorni nostri. Venerdì 25 l'ho portata con me per la prima uscita dal vivo con la possibilità  di un confronto con altre chitarre (prima l'ho solo suonata a due matrimoni, ma non potevo sapere quanto obiettivo fosse il mio giudizio).

Così, in cerca di obiettività , l'ho suonata diretta in un Fender Deville 4x10 gentilmente messo a disposizione di tutti dal chitarrista del primo gruppo. E' vero, lui e l'altro chitarrista avevano sì delle strato Fender, ma passavano per delle pedaliere, io invece ero diretto.

Fatto sta che ad occhi chiusi non si sente tutta sta differenza tra la mia e le altre strato dei due chitarristi - e non erano di certo delle Squier ciofeca, col suono che avevano. Non so di preciso che modello fossero, però suonavano bene e la mia pure.

Conclusioni

Non posso che essere soddisfatto quindi per la scelta effettuata, oltretutto a bassissimo prezzo. Non è facile trovare questi pickup, infatti sono andato a scovarli su eBay da questo rivenditore britannico, al tempo scoperto per caso. Sono la manna dal cielo per tutte le chitarre entry level e medie che escono dalla fabbrica con pickup loffi, piatti, scadenti. Una botta di vita inaspettata.

Per la cronaca, il modello è SSA52B - ne fanno una caterva con magneti ceramici oppure AlniCo ma con poli flat.
Detto questo, al prossimo raduno (bimbi addormentati da portare in braccio permettendo) la farà provare a chi sarà  presente, in modo da avere un parere ancora pi๠oggettivo.

Fine della storia, inizio della suonata.

Ciao!
Daniele