Decima puntata della rubrica che vede Daniele Bazzani e Giovanni Onofri parlare delle...
L'intervista
- Come ti sei avvicinato alla musica e qual è stata la tua formazione come studente?
Mi sono avvicinato alla musica come autodidatta all’eta’ di 11 anni. Dopo un paio di tentativi con altri strumenti mi avvicinai finalmente alla chitarra che era gia’ presente in casa suonicchiata da mio padre e mio fratello. Dopo 3-5 anni presi qualche lezione di chitarra classica e poi mi iscrissi al CPM dove entrai al quarto anno (sui 6 totali di quel periodo). Dopo il CPM la mia formazione torno’ ad essere autodidatta (dai dischi) salvo masterclass con artisti particolari come Frank Gambale o Ralph Towner.
- La tua discoteca è molto completa e varia: quali sono i dischi che hanno maggiormente influenzato il tuo modo di suonare?
Bella domanda!! Tanti, davvero tanti. ‘Money For Nothing’ dei Dire Straits (grande gioia quando ho finalmente lavorato nello studio di Mark Knopfler!), ‘Appetite For Destruction’ dei Guns ‘n’ Roses, ‘Texas Flood’ di SRV, ‘Have You Heard’ del Pat Metheny Group, ‘The Incredible Guitar of Wes Montgomery’, e molti altri. Il disco che mi ha piu’ cambiato musicalmente e’ stato ‘Hot Wired’ di Brent Mason. Quel disco l’ho consumato in ogni dettaglio!
- Quando è iniziata la tua attività didattica e come si è evoluta in questi anni?
Ho iniziato ad insegnare a 13 anni (!) e sono ancora in contatto col mio primo allievo che ora fa il ballerino!! Questo la dice lunga sulla mia abilita’ di insegnante! Scherzi a parte, ho iniziato molto giovane. Sono passato attraverso numerose scuole private in parti diverse dell’Italia fino poi approdare al Guitar Institute di Londra. Ora sono qui da piu’ di 5 anni e ho scritto la maggior parte del curriculum per la facolta’ di chitarra nei vari corsi (Diploma, Higher Diploma, Degree, Songwriting Diploma, etc). Per circa 3 anni sono anche stato responsabile del corso di studio. Poi ho tenuto e continuo a tenere varie masterclass per varie organizzazioni in giro per la Gran Bretagna. Tra le altre ci sono l’IGF (International Guitar Foundation), il Guitar Break, e il Guitar Getaways.
- Parlaci della cattedra presso il Guitar Institute (ICMP) ed in generale della scuola dove insegni.
ICMP e’ una delle scuole professionali piu’ famose in Europa. Da quando sono arrivato ho visto la scuola ingrandirsi in maniera esponenziale. In 5 anni si e’ piu’ che triplicata. Direi che in UK e’ sicuramente una delle scuole piu’ in voga. Ora ci sono molte tipologie di corsi a seconda di quello che uno vuole fare quindi ce ne’ un po’ per tutti i gusti. La scuola e’ molto attiva in tanti campi, dalle masterclass alle attivita’ extra scolastiche come jam sessions, etc. E’ anche un ottimo posto per conoscere tanti professionisti con un’esperienza senza eguali nel mondo.
- Recentemente hai inaugurato il tuo sito web www.dariocortese.com con un’ampia sezione dedicata agli articoli pubblicati sulle riviste e alle lezioni online: in che modo l’avvento di Youtube e simili sta cambiando la didattica?
La didattica e’ cambiata totalmente negli ultimi 20 anni. Il Guitar Institute come la Berklee, e il MI a Los Angeles hanno dovuto riscrivere tutti i loro programmi anche in base a questo cambio di mercato. Ora anche le scuole migliori del mondo sono accessibili a tutti. Internet e YouTube hanno cambiato tantissime cose. Certo e’ ancora un po’ presto per vedere cose notevoli nella didattica online ma ci si sta muovendo velocemente e sono sicuro che ci saranno un sacco di cose buone in futuro.
Io da poco ho ripubblicato gli articoli scritti su Guitar Techniques in modo da renderli accessibili a piu’ persone. E’ importante sapere che la maggior parte delle cose sul mio sito sono gratuite e le altre sono in vendita per circa una sterlina (un euro) quindi non e’ una cosa fatta per soldi davvero ma e’ fatta per rendere certe cose disponibili. Quando ero ragazzino non avevo tanti soldi e non avevo nessuno per dirmi come fare certe cose. Di base ho fatto il sito per aiutare qualcuno che si trova nella situazione in cui ero io 20 anni fa. Lo aggiorno settimanalmente e ho grandi progetti per il futuro.
- Le scuole di musica sono frequentate come un tempo? Qual è il genere o lo stile più richiesto dai tuoi studenti?
Si, penso che l’interesse per imparare la musica sia piu’ vivo che mai. La richiesta e’ altissima ed e’ incredibile considerando la crisi mondiale. Sembra che piu’ la crisi aumenta piu’ ci sono richieste di lezioni. La scuola ha ormai dei processi di selezione avviati e anche privatamente io ho dovuto aprire da tempo una waiting list. Riguardo all’argomento.... e’ molto difficile trovare il piu’ comune. Al momento, soprattutto nelle lezioni private ho molta varieta’. Con un allievo stiamo studiando Malmsteen, con un’altro chord melody, con altri lettura a prima vista, country, Tarrega (chitarra classica), fraseggio jazz/blues, etc.
- Quando è iniziata la collaborazione con Steve Trovato e in cosa consiste?
Lavoravo con Steve soprattutto quando ero in Italia, ormai non lavoriamo piu’ assieme da diversi anni. Steve ha iniziato con la didattica online tanti anni fa aprendo siti che nel frattempo sono stati assorbiti da altri siti con altri nomi etc... Io facevo lezioni per lui. Ho scritto metodi sulla chitarra rock, country, blues, jazz, ritmica, lead, etc.. Ho scritto centinaia di lezioni che ora sono online su vari siti. Il mio nome non viene menzionato mai (era una clausola del contratto)... a volte vedo cose su internet di un chitarrista di Los Angeles che insegna una mia lezione con la mia base e le mie spiegazioni. Strano. E’ stata comunque una bella esperienza e ho imparato davvero tantissimo.
- Come nasce l’idea per un articolo sulla rivista “Guitar Techniques” e come la sviluppi?
Lavorare per GT e’ stata un’esperienza fantastica per me. E’ una rivista ottima e il livello degli insegnanti e’ davvero alto. Dal punto di vista pratico la cosa e’ molto semplice. Mi contattano dalla rivista e mi dicono di cosa hanno bisogno, quanto pagano e la scadenza. A seconda di quanto tempo ho in quel momento faccio tutto a casa con ProTools oppure in studio.
La maggior parte dei miei articoli sono fatti a casa. Gli articoli possono essere di due tipi: trascrizioni o articoli originali. Gli articoli piu’ interessanti sono quelli originali dove la rivista sceglie un argomento, sceglie il livello al quale quell’argomento viene trattato e quali nomi approcciare durante l’articolo. Queste sono linee generali dalle quali ci si puo’ muovere un po’. La cosa interessante e’ che uno puo’ metterci un po’ del suo cosa che e’ impossibile nelle trascrizioni.
- Hai lavorato in studio e live sia in Italia che in Inghilterra: che differenze hai trovato tra il music business italiano e quello inglese?
Non ci sono differenze sostanziali. Io personalmente ho piu’ facilita’ a lavorare in Inghilterra e in genere fuori dall’Italia. Molte persone trovano strano lavorare con persone che provengono dallo stesso posto. Ad esempio, io lavoro tanto con Scozzesi e molti di loro preferiscono non lavorare con altri Scozzesi. E’ una cosa un po’ strana... non ha a che vedere con la preparazione.. e’ solo una coincidenza credo.
- Hai diviso il palco con artisti molto importanti come Albert Lee, Larry Carlton, Brett Garsed e altri. Ci sono dei particolari, dal punto di vista musicale ma anche umano, che ti hanno colpito di questi maestri della sei corde?
L’umilta’ e l’amore per la musica. Credo che queste siano componenti essenziali di un buon artista.
- Ci descrivi una tua giornata tipo fra didattica, live e registrazioni? Riesci a trovare il tempo per lavorare al tuo materiale?
La giornata tipo e’ difficile perche’ cambia frequentemente. Riguardo l’insegnamento in questo periodo sto lavorando al Guitar Institute solo 7 ore alla settimana, in pratica insegno solo la mia classe di Tecnica nel corso di Laurea. In passato sono arrivato a fare 42 ore alla settimana (quando mi ero appena trasferito) ma ora sono piu’ impegnato con progetti fuori dalla scuola. Cerco di mantenere uno spazio per continuare a scrivere le mie cose.
Per un periodo stavo scrivendo brani pop e collaborando con case discografiche ma non penso che proseguiro’ in quella direzione. Ho un po’ di brani strumentali che mi piacerebbe registrare ad un certo punto quindi quando posso mi dedico a quello. Le sessions hanno un po’ la priorita’ su tutto anche perche’ le devi prendere quando arrivano. Il live l’ho lasciato per un periodo perche’ ero troppo impegnato con tutto il resto ma ora sto ricominciando a fare un po’ di cose ed e’ molto bello e divertente.
- Quando è nata la passione per il Country e quali sono gli artisti che ti hanno influenzato maggiormente?
Il mio primo contatto con la country music e’ avvenuto a 14 anni quando Steve Trovato era venuto a suonare nella mia citta’. Mi aveva colpito un sacco ma per anni non sapevo chi ascoltare, chi comprare. Dopo anni mi capito’ di sentire un disco di Shania Twain e pensai: “Chi cavolo e’ che suona la chitarra???”. Il suono era fantastico, timing, tecnica, tutto. Feci una ricerca su internet e trovai Brent Mason. Quello fu l’inizio di una lunga ricerca. Ho sempre fatto tante trascrizioni ma quando scoprii Brent diventai un po’ un maniaco. Al giorno d’oggi sono arrivato a circa 1800 trascrizioni fatte considerando tutti gli stili. Almeno 500 sono di Brent Mason. :)
- Quali sono i tuoi progetti futuri come compositore e turnista?
Mi piacerebbe registrare un mio album ad un certo punto e se riesco mi piacerebbe registrarlo a Nashville, pero’ questo si vedra’. Professionalmente spero di essere abbastanza fortunato da continuare a fare questo lavoro e di continuare a lavorare con artisti incredibili.
http://www.myspace.com/dariocortese
http://www.youtube.com/user/dariocortese
Un ringraziamento a Dario Cortese per la disponibilità ed un saluto a tutti gli amici di Laster.
A.D.
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