Concerti Concertosi

Dopo aver passato due giorni due a piangere sul latte macchiato, in crisi mistica per aver suonato su una spiaggia, vi racconto come è andata.

Premetto che suonare è bello, ti fa godere e dopo non hai bisogno della sigaretta e nessuno ti rompe le scatole se ti addormenti. Partire alle quattro sotto il sole cocente della Riviera Ligure al 89% di umidità è una fikata paurosa, soprattutto se appena pensi sudi. E allora si parte. Riuniti in 4 su sei elementi, iniziamo a caricare le macchine (una station wagon e una opel corsa di una scuola guida, in attesa che giunga anche il mio furgoncino ad aiutare fra una settimana). In sostanza, tutto il service siamo noi e il service si compone di due moduli Rack da 3 unità, un mixer (solitamente ne abbiamo un secondo che pilota il batterista), casse passive, amplificatore delle casse, due ampli a valvole, faretti, cavi di qualsiasi tipo, borsa delle alimentazioni, acqua, aste, microfoni, wireless per gli in ear monitor, fettine di culo, limone. Set up leggero, questa volta. Vien da ridere. E' tutta l'eredità di un gruppo di liscio più acquisti che bassista e batterista hanno fatto negli anni.

Si carica e si parte. In poche manciate di minuti arriviamo alla spiaggia (ore cinque e qualcuno) dove non la calma di un fagiano iniziamo ad addentrarci nel pezzo di sabbia battuta passando in mezzo ai bagnanti che si stanno facendo la doccia, stupiti (ricordiamo che la Liguria ha la percentuale di matusa più alta dell'universo. Se morissero tutti i vecchi la popolazione di ridurrebbe circa del 70%). Ci si ferma e si fa in avanscopera alla ricerca del luogo dove suoneremo. Un bel gazebo circondato di cannicci e ripararato zero dal salino, sabbia e vento. Che bello, so già come passerò la domenica. Con i ragazzi dei bagni spostiamo due attrezzi di palestra e iniziamo a scaricare. Tempo dieci minuti e due simpaticoni vigili sono dalle macchine a prendere i dati perchè non abbiamo il permesso bla bla bla. Peccato che ci abbia fatto passare l'omino del citofono del porto, quindi è colpa sua ma pazienza. Ci penseremo dopo.

Seguono due ore concitate a montare, scavettare, tirare giù i santi perchè il fisarmonicista non arriva, appendere le magliette fradicie alle aste sfoggiando gli addominali a guscio di tartaruga. Ho un Calber, dietro è aperto, sto già soffrendo. Per ultimi metto i pedali, cercandi di capire perchè i cavi stanno sempre in mezzo al belino. Ma vabbè da che mondo è mondo Certosa Galb...eh no che stavo dicendo? Ah sì! Da che mondo e mondo i cavi rompono i maroni. Scritto minuscolo che non è politica. Pesco nel portafloglio e trovo un plettro scampato al Paradiso dei Plettri (scriverò un articolo a breve...)  e infine si provano i suoni (check sound, sound check, chissene. Io lo chiamo "vediamo se si sente tutto e poi mangiamo che c'ho fame").

Fatto. Maghi di Carroz ok, ma Carroz, il Fisarmonicista, non c'è ancora. Gli spezzeremo una gamba come l'altra volta.

Finalmente arriva la parte più importante di tutta la giornata. Si mangia! La cuoca ci chiede "pasta al pesto va bene per tutti? Sennò anche al pomodoro". Eh, pe me va bene, faccia lei, no? Poi d'improvviso l'ospitalità ligure si fa strada e...

"Allora va bene. Cotolette e patatine per tutti". Ué PIRLA, MICA SIAMO A MILANO! Vabbè, non capisco, ma basta pappare.

Oh, e finalmente si inizia alle nove e mezza.

C'è un po' di persone, una quarantina per il momento. Si inizia con i Nomadi, proseguendo con De Andrè e Modena, mentre pian piano la gente ascolta dalla passeggiata e scende. Il bar dei bagni lavora fino alla fine del concerto e siamo soddisfatti, sudati, ci divertiamo come dei bambini. Tre microfoni per poter parlare tra una canzone e l'altra ci permettono di respirare di più in queste tre ore. Al termine, mezzanotte e mezzo, molti applausi ci salutano mentre terminiamo con Ninna Nanna dei MCR. Tra questo e quello precedente forse i più bei concerti di questa formazione.

Spegniamo il possibile, lasciamo riposare gli ampli e notiamo la quantità di sabbia che è venuta a salutarci. Scuotiamo la testa rassegnati. Si smonta, si carica e si torna a casa stanchi, sudati e contenti alle due e mezzo di notte.

Certe cose fanno decisamente riflettere. L'anno scorso avevamo una formazione che vantava pezzi di gruppi storici stranieri, quali Toto, PFM, Kansas, Aha, Battiato, ecc. con un impegno tecnico non indifferente e una scelta precisa di suoni e quant'altro. Per un chitarrista è una bella soddisfazione, ma non per chi ascolta. Qui poche persone vengono per ascoltare questi pezzi. Pochissime date nel 2007. Quest'anno abbiamo modificato la formazione, abbiamo un altro nome e altri componenti e suoniamo pezzi italiani più semplici e conosciuti. Risultato: uno o due concerti la settimana fino a settembre. Ciò ti permette di comprendere quanto alla fine sia meno gratificante suonare un certo tipo di canzone che non ti da lo spazio per esprimerti, ma che d'altro canto piace agli ascoltatori i quali spesso sono spinti a cantare e partecipare. De André è una sfida impegnativa che mi fa capire quanto sia importante suonare al momento esatto ed è un validissimo motivo che mi spinge a suonare musica italiana, imparando anche qui cose nuove e riscoprendo arrangiamenti che non saltano all'orecchio. Magia....

Purtroppo però sono schiavo del blues...;o) 

 

Comments

Basta che vai sul sito dei maghi di carroz sotto la mia firma e sono aggiornate. Poi oh mi raccomando, sabato colazioniamo assieme se non sei via di nuovo!

Le prossime date "importanti" sono venerdi questo ad un aperitivo in musica, il sabato suoniamo per un asilo e non penso sia il massimo dell'espressione artistica hehe. Poi Sabato 12 luglio a Rapallo

ORIO
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