Decima puntata della rubrica che vede Daniele Bazzani e Giovanni Onofri parlare delle...
E chi lo sa? In questi giorni fioccano interviste e racconti, promzioni, cofanetti, libri. E una mostra.
Oggi sarebbe morto De Andrè, due mani complete di dita fa ma senza contare le mani. Avevo sei anni quando di nascosto mi sono ficcato nella sala della casa di campagna, ho attaccato quel giradischi di chissà quanti anni ha della Philips, collegato due casse che sembravano tutto tranne che casse, di plastica. Poi ho preso il 33 giri di De André e l'ho messo su. Era la prima volta che lo ascoltavo. Bello, profondo, metà delle cose mica le capivo ma si sa, a sei anni impari qualsiasi cosa a memoria.
Pian piano, crescendo lontano dalla Genova città, ascoltavo e riascoltavo cassette e vinili di Fabrizio, ai tempi era poco conosciuto e se gli altri si sorbivano lo Zecchino D'oro, io preferivo De André. E Morandi perchè mia nonna mi comprava le cassette di Morandi che ovviamente rifacevo sul letto dei miei con chitarra acustica e armonica a bocca del banco dei giocattoli. A me parevano identiche e mia nonna passava e diceva "ma che bravo, la fai proprio bene!". Quelle di Fabrizio no, perchè erano troppo difficili per me. Va a pensare cosa mi passava per la testa a sei anni!
E allora, visto che ero piccolo e di tempo ne avevo, ascoltavo tutti gli altri album suoi, ogni volta che ne usciva uno nuovo mia sorella chiedeva ai miei di comprarglielo per Natale. La cassetta costava circa 26000 lire, per noi erano tantissimi.
Poi ho conosciuto Genova, all'università, ho viaggiato per le vie che raccontava Fabrizio, mi avventuravo nei vicoli dove è raro trovare un Genovese ma sono tutti extracomunitari. Sono stato chiamato dalle lucciole dei vicoli a mezzogiorno, che poi dopo tre volte che ci passavo lo capivano che ero di lì e non me ne fregava nulla.
Poi è morto, come se fosse una sua canzone, la morte. Allora ho continuato a cantarlo e suonarlo, ad ascoltarlo e vedevo con tristezza e rabbia uscire dal nulla dischi a prezzi esorbitanti, DVD, CD live e persone che chi per moda chi in ritardo diventava improvvisamente fan di De André. Così perchè faceva fico, era alla moda. E Genova ci marciava su.
Ai tempi un CD di Fabrizio era in offerta tra le novemila lire e le sedicimila e novecento del Music Store del Porto Antico. Lo ricordo a memoria perchè ci passavo ore li dentro. Ora lo stesso cazzo di CD, alla fine della mostra di Genova costa 27 euro e trenta centesimi. Ma vaffanculo va.
Tutto questo per dirvi che oggi per ringraziare Fabrizio assieme a Susy sono stato alla sua mostra, curata molto bene, piena di contributi, stralci, racconti sulla sua vita. Multimediale e tecnologica, mischiata con una parte del mondo di oggi per mostrare come il suo pensiero è sempre attuale.
Non vi racconto altro. Volete? Prendete la macchina venite giù (o sù) la mattina, vi pagate otto euro di mostra (se siete soci Coop e/o altre tesseronze avete lo sconto di 2 euro). Passate in mezzo alla mostra (per vederla bene 3 ore ci stanno tutte), uscite, vi comprate pure il catalogo della mostra.
Ma se uscite di lì e non vi fate un giro per Via Pre, Via Del Campo, via Luccoli, Piazza Banchi e tutti i vicoli nel mezzo che si snodano, allora quel viaggio proprio non è servito a nulla.
Se avete paura di perdervi non c'è cosa più facile che la regola di Genova: se scendi vai al mare, se sali vai ai monti. Se ti perdi sei proprio abelinato (con due b se vieni dai monti).
Sciau belli
ORIO
Comments
Kernel7
Mon, 01/12/2009 - 15:07
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Hai ragione Orio, anche io
Hai ragione Orio, anche io (pur non avendo vissuto minimamente l'epoca di De Andrè - ho 22 anni) ho notato questa cosa ... Ora De Andrè è di moda!
Per carità, meglio, MOLTO meglio, che si parli di lui piuttosto di qualcos'altro (non si parla mai abbastanza di lui), però ho come l'impressione che molti ci mangino un pò sopra.
Per me, un esempio può essere l'ultima raccolta che è uscita, "Sulla mia cattiva strada" , della quale l'unica ragione di esistere è il DVD con il film-documentario (carino, ma niente di trascendentale!); sui CD-audio del cofanetto, invece, delusione estrema: le canzoni sono sempre le solite 20-25 più famose e conosciute (per quanto incredibilmente belle siano) , e le canzoni "inedite" sono delle "cose" che credo neanche De Andrè di ricordi di aver registrato ... Insomma, le classice tracce utili solo a scrivere "TRACCE INEDITE!!!" sulla copertina del CD.
Comunque, ribadisco: più si parla di lui e meglio è: ha ancora così tante cose da insegnarci che tutto il tempo del mondo non sarebbe abbastanza (soprattutto per noi esseri umano, che non abbiamo mai imparato nulla dai nostri errori, e la Storia è qui per dimostrarcelo).
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"Potevo attraversare litri e litri di corallo
per raggiungere un posto che si chiamasse Anarchia"