Decima puntata della rubrica che vede Daniele Bazzani e Giovanni Onofri parlare delle...
..... tra il nostro paese e il resto d'Europa.
In una importante catena di negozi del Regno Unito ho trovato un ampli cui sono interessato ad un prezzo di € 2.750,00 cambio e spese di spedizione comprese.
Ho richiesto all'importatore italiano un preventivo, questi mi ha indirizzato ad un importante negozio della mia zona: prezzo "scontato" della stessa testata € 3.830,00.........
Niente male direi......
R.
Comments
Mancunion
Thu, 09/02/2010 - 12:36
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R: se è quello che penso io, i
Ciao Paolo, leggo sempre con interesse i tuoi post.
Conoscendo anche la tua esperienza come distributore di un marchio di grande rilevanza, vorrei capire meglio perchè parli di concorrenza sleale.
Avendo vissuto in UK per parecchi anni mi ero abituato a certi prezzi, lo shock che ho avuto una volta tornato qui è stato notevole.
E' ovvio che i distributori e i commercianti italiani, ma anche europei, perseguono politiche di ricarico e volume diverse da quelli britannici. E' anche vero che il mercato della musica UK (non solo strumenti, ma anche cd, dvd etc) è infinitamente superiore al continente, e questa può essere una ragione (vendere di più ricaricando di meno).
Per quanto concerne le spedizioni da e per l' UK, e qui posso reputarmi un esperto, mandare una testata via corriere costa sui 50-60 Euro. Volendo si potrebbe anche fare...
- Come per i comunisti e' finito il comunismo, per noi potrebbe finire la fica! R. Remotti
marco.desan (not verified)
Thu, 09/02/2010 - 14:45
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R: se è quello che penso io, i
non pensavo ci fossero ricarichi così bassi nel mondo degli strumenti musicali.
io vendo complementi d'arredo.
nel mio caso i negozi moltiplicano il prezzo netto che gli fa il distributore tra l'1.8 e il 2.2... poi aggiungono l'iva (e c'è chi si lamenta che i prodotti sono cari e il cliente finale vorrebbe comperare ma non può...lasciamo perdere)
un bel margine non credete?
Mancunion
Thu, 09/02/2010 - 15:33
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R: se è quello che penso io, i
Ho capito perfettamente i tuoi punti.
Per divertimento, ho confrontato il prezzo di uno stesso prodotto (americano) in un negozio online britannico e uno italiano. L'oggetto in questione, una chitarra Gibson, è risultata costare la stessa cifra. Nonostante l'IVA in UK sia più bassa che in Italia. Ho scelto Gibson, perchè mi pare di capire che abbia un'organizzazione che si occupa di distribuire direttamente il prodotto. A questo punto, come dici tu, l'incidenza del ricarico avviene prima del commerciante al dettaglio. Interessante.
Un negoziante che fà magazzino sostiene una spesa notevole (la mia famiglia è nel commercio da sempre quindi capisco cosa dici), e se uno viene, prova, valuta, tira sul prezzo e alla fine compra on-line...bè è a dir poco frustrante... l'unica alternativa è offrire quello che un sito non può fare e cioè un'assistenza post vendita che faccia percepire al cliente la differenza di prezzo come un'assicurazione. Ma in periodi di magra così, per gli strumenti musicali - che per la stragrande maggioranza di noi sono beni voluttuarissimi - l'dea di risparmiare qualche euro azzera nel cliente qualsiasi altro discorso.
Capitolo corriere: con 250 sterline ho spedito 4 chitarre elettriche, assicurate 1000 sterline l'una, via aerea. La tempistica è stata incredibile: ritirate dal corriere alle 15 di pomeriggio a Manchester erano a casa di mio padre alle 11 della mattina seguente.
- Come per i comunisti e' finito il comunismo, per noi potrebbe finire la fica! R. Remotti
markko (not verified)
Fri, 09/03/2010 - 10:37
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Mi spiace ma non sono per niente d'accordo.
Capisco che sia frustrante per un piccolo commerciante vedersi scavalcato dall'acquirente che sceglie di comprare su internet o all'estero, ma allo stesso modo un piccolo commerciante non può pretendere che il musicista medio faccia beneficenza, pagando di più per ottenere lo stesso strumento e senza neanche avere un servizio migliore.
Partiamo da una prima considerazione sulla ragione di esistere oggi dei piccoli negozi rispetto per esempio ai mega store sia on line che non:
Quando ero piccolo c'erano ancora i piccoli negozi di alimentari: c'era meno scelta, i prezzi erano molto più alti e spesso ti capitava di comprare merce già scaduta perchè il negozio non riusciva a smaltire nei tempi le derrate che comprava dal fornitore.
Per questo hanno preso piede i supermercati e i piccoli negozi ora non ci sono più o quasi. Allo stesso modo i piccoli negozi di strumenti musicali sono destinati a sparire a meno che non offrano qualche servizio in più che non sia solo provare gli strumenti che poi uno acquista in rete. Che poi non è vero che succede in questo modo visto che nella maggior parte dei casi i piccoli negozi più che strumenti di fascia bassa (cineserie varie) non tengono per cui si tratterebbe comunque di ordinare lo strumento che piace a te e comprarlo al buio. Poi spiegatemi un po' perchè devo pagare nel negozio sotto casa una muta Martin per la dodici corde 11.50 euro quando la pago da Thomann 5.50...mah?
I grandi store sia on-line che non offrono: prezzi molto più convenienti, un assortimento molto vasto, pagamenti tramite finanziamento spesso anche senza busta paga! (e non è poco con i tempi che corrono).
Se lo strumento che devo provare è diffuso ce l'ha sicuramente un mio amico e lo provo da lui, se non lo è tanto non c'è neanche nel negozietto sotto casa. Poi non so come funzioni in Italia ma quando ero negli USA se ordini uno strumento e non ti piace lo rimandi indietro (a tue spese ovvio) e ti fanno pagare al massimo (ma non sempre) una cifra irrisoria di re-stocking...
Seconda considerazione: l'assistenza per chi compra sia in Italia che all'estero.
Innanzitutto se la merce non è veramente molto difettosa in partenza gli eventuali problemi di solito emergono ben dopo che è terminata la garanzia. Se è veramente difettosa e te ne accorgi subito allora per legge il negoziante europeo o italiano deve cambiartela senza fiatare e pagarti pure le spese di spedizione...poche storie! E comunque, anche se non fosse così, difficilmente l'assistenza gratuita vale un 30% in più del prezzo dello strumento: sembra che qua si parli di strumenti che si rompono ogni tre per due... non commento sulla questione del costo (aumentato per ripicca) per la sostituzione di un trasformatore per un ampli acquistato in usa...
Per la cronaca l'unica volta che ho richiesto l'assistenza in Italia a Casale Bauer per una Fender comprata in Italia per un pezzo difettoso dopo mesi di attesa mi hanno scritto dicendo che il pezzo tardava ad arrivare da Fender e che facevo prima a prenderlo a mie spese (!!!) su ebay...e per fortuna che se compri in italia sei tutelato....
Poi va bene tutte le considerazioni sui vari ricarichi della catena produttore, importatore negoziante... però qualcuno deve ancora spiegarmi perchè su certe chitarre pagherei comunque meno se 1-compro un biglietto aereo a\r ritorno per gli USA 2-pago due giorni di hotel 3-compro la chitarra in loco e al ritorno la faccio sdoganare (ergo pago le tasse). Evidentemente c'è qualcosa che non funziona: o qualcuno è disonesto e vuole lucrarci troppo sopra, oppure non sa fare il proprio lavoro. E spiegatemi su una stratocaster (per dirne una) che mi sono scelto io in loco, di quali interventi di assistenza posso aver bisogno...
In sostanza molto semplicemente se non è più redditizio fare i piccoli venditori di strumenti musicali non fatelo! Non prendetevela con in consumatori che vogliono, giustamente risparmiare...probabilmente, con la globalizzazione è una professione destinata a sparire. Se un piccolo commerciante non può offrire prezzi concorrenziali e come si è visto neanche servizi aggiuntivi rispetto ai grandi negozi italiani ed esteri cosa bisogna fare?? I commercianti e le aziende devono adeguarsi ai tempi...Gibson adesso vende senza passare più dall'importatore...risultati? Prezzi molto più bassi...e siamo tutti più contenti! E né io né i miei amici abbiamo più comprato una Gibson all'estero...
Gianluigi
Thu, 09/02/2010 - 12:01
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L'indirizzo
Facci sapere l'indirizzo del negozio inglese che si dà un'occhiata!
:)
Bru
Thu, 09/02/2010 - 19:04
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 Comprendo il discorso di
Comprendo il discorso di Paolo, dalla parte del commerciante, ma sono in linea con Thesong, perché esiste anche il cliente. Ed esiste l'Unione europea e il commercio libero nel continente.
Io ho spesso acquistato in UK, anche una testata Orange e in seguito pure una cassa, da un grosso negozio. Trattamento ineccepibile, ti chiamano pure per telefono ed hanno un commesso che parla in italiano, spedizione con UPS a 17 euro (diciassette!). Prezzo dell'ampli e della cassa imbarazzantemente inferiore che in Italia, parlo di quasi la metà. Il prodotto è poi inglese, quindi acquistato su suolo madre.
In caso di accidentali problemi, ti cambiano la merce senza troppe questioni.
Io, in quanto cliente (di 45 anni e non di 16), faccio i miei conti e il tutto mi pare in totale legalità, così come pago le tasse e non acquisto beni in nero.
Everybody seems to think I'm lazy, I don't mind, I think they're crazy
ciaoceo
Fri, 09/03/2010 - 01:37
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R: Â Comprendo il discorso di
Capisco benissimo quanto dice Pamaz che credo sappia meglio di me come si calcola il prezzo al dettaglio di un ampli di importazione.
Tuttavia la possibilità di noi utenti finali di accedere ad un mercato sempre più vasto ed in concorrenza ci consente di acquistare beneficiando di prezzi a volte inferiori del 50% rispetto a quelli italiani, facendoci di contro carico dei rischi che ognuno può valutare come meglio crede (non sono un ammiratore della globalizzazione e non ritengo questo discorso corretto sempre e a priori).
Il senso del post era più o meno questo.
Ancora una provocazione:
se dall'accorciamento della filiera di vendita traggo più benefici che svantaggi perchè non dovrei approfittarne?
'notte cari....
Cecce
Fri, 09/03/2010 - 12:02
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R: capiamoci
E' tutto giusto, ma l'iva io non la porto in detrazione, il produttore e tutti gli altri si!
Spesso di fronte all'evidenza, la potenza della suggestione, è talmente forte da ribaltare la realtà
markko (not verified)
Fri, 09/03/2010 - 12:14
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R: capiamoci
Secondo me non ha molto senso come discorso. Tu ci spieghi come mai in Italia (e magari nel negozio piccolo) un tale prodotto DEVE costare di più. E va bene il perchè lo capiamo. Quello che invece non è immediato a questo punto è il passaggio successivo: cioè perchè non dovrei comprare all'estero dove costa meno o on-line in Italia.
Il discorso dell'assistenza non lo vedo come un incentivo a comprare in Italia visto che se capita un guaio a fronte di un prezzo comunque dal 30 al 40% (certe volte pure di più) più basso anche se dovessi pagarmi io l'intervento presso un qualsiasi laboratorio specializzato\liutaio mi converrebbe comunque di più. Poi ripeto se il prodotto è difettoso viene sostituito senza fiatare subito e ti vengono rimborsate pure le spese di spedizione (almeno così dovrebbe esserlo), se non è difettoso gli effetti della normale usura o guasti eventuali statisticamente avvengono quasi sempre quando è scaduta la garanzia (che comunque copre solo eventuali difetti di fabbrica, se si brucia un fusibile dopo sei mesi siamo sicuri che te lo cambino gratis??). Poi come ho scritto sotto tutta sta assistenza dai Dealer italiani non l'ho mai trovata, e il negozio non fa assistenza direttamente ma spedisce lo strumento al dealer...quindi...
Per il fatto di provare uno strumento, ripeto, il negozio sotto casa non ha quasi mai ciò che ti serve in stock, quindi deve ordinarlo, e ovviamente non lo ordina per fartelo provare...e come facciamo?
Io tutta sta gente che si lamenta nei forum sul fatto dell'assistenza o che non può provare gli strumenti non l'ho mai vista, semmai una lamentela costante sono i prezzi impossibili che si trovano appunto presso alcuni negozi o in Italia in generale...
Ma poi si dimentica la cosa più importante: qua si parla solo di strumenti, ma in realtà ciò che incide sulle nostre tasche è ben altro, perchè alla fine quanti di noi comprano più di una chitarra o un ampli nuovo all'anno? Anzi è fin troppo...quello che ti rovina è pagare delle mute di corde 10 euro, i plettri 1 euro ciascuno, i cavi, le custodie, gli slide i capotasti i polish, gli accordatori il triplo o il quadruplo del normale.... che assistenza ho sulle corde e sui plettri? Mi serve provarle? Sono questi acquisti fatti nell'arco di un anno che poi pesano anche e soprattutto sulle tasche...
La verità è che se un negoziante X, non riesce a fare prezzi più bassi della concorrenza estera o italiana nel caso dei grandi negozi on-line, e non fornisci nessun servizio in più che il grande store non offre sei destinato a chiudere...punto...sono le banali regole del commercio...
rockit
Sat, 09/04/2010 - 13:20
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R: capiamoci
Lauro, tra l'altro qua mi pare che sfugga anche la sostanza del discorso di Paolo.
Ovvero qui il prezzo conveniente potrebbe essere dato dal fatto che il distributore effettua anche vendita diretta. Di fatto in queste situazioni basta che abbia un accordo di esclusiva per la distribuzione commerciale del marchio, o che il produttore chieda acquisti di stock di merce che richiedono capitali importanti (e sai meglio di me che sono ipotesi tutt'altro che campate in aria) e il negoziante in questione la sta, mi si passi il termine, mettendo bellamente nel didietro a tutti gli altri.
Qua si parla di libero mercato come giustificazione alla faccenda, ma come fa giustamente notare Paolo quello in questione è probabilmente un caso da manuale di "abuso di posizione dominante"...per cui accettare e approfittarsi si questa situazione lo posso capire, ma non si parli più di concorrenza o libertà del mercato, che sono un'altra cosa...che tra l'altro tipicamente tutti difendono, finché non iniziano a subirle...e allora la musica cambia..
Insomma, anche al di là delle questioni di assistenza (su cui dissentoda te: sono in genere un inferno anche se hai acquistato in Italia, alla fine vai dal tecnico "privato" che spendi meno e fai prima), mi pare che la questione andrebbe presa con maggior lungimiranza comunque.
Ciao
Lorenzo
Bru
Fri, 09/03/2010 - 13:48
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 Premessa: non compro
Premessa: non compro chitarre online a scatola chiusa.
Detto questo, io credo che Markko abbia snocciolato abbastanza tutte le questioni. Tutto ciò che ruota intorno al mondo delle 6 corde ha prezzi nettamente inferiori acquistandolo fuori Italia.
Io tutta questa assistenza sul territorio italiano non la vedo. Vedasi nel campo informatico, più di una volta ho buttato un oggetto piuttosto che ripararlo, dato che mi toccava spedirlo in Irlanda, in Olanda o chissà dove altro.
Negozietti dove posso trovare ciò che cerco e provarlo con tranquillità assistito dal commesso?
Non ne vedo a Milano, eccetto JBL che ha buone cose (a costi altissimi).
Costo reale del prodotto: le Gibson in Italia hanno il prezzo più conveniente al mondo. Basta recarsi a Bologna o a Napoli. QUesto perché Gibson ha scavalcato tutti i passaggi.
Discorso finale, ognuno fa i propri conti e calcola anche i rischi. Io li ho fatti quando ho acquistato la testata Orange a metà prezzo in Inghilterra. Se si rompeva potevo permettermi il lusso di lanciarlo e acquistarne un altro e restare in patta!
Stessa cosa valeva per Hiwatt e Marshall, prodotti inglesi.
Per la cassa, non mi son posto nemmeno il problema.
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Bru
Fri, 09/03/2010 - 14:32
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R: Â Premessa: non compro
Certo che lo farei, perché poi andrei a rompere i cojoni a un nostro amico :-)
A parte gli scherzi, appena ho acquistato la Shiva (usata) avevo dei dubbi ed ho parlato con Paolo. Allo stesso tempo ho sentito per telefono colui che attualmente offre assistenza e non sapeva rispondermi ... Se quella deve essere l'assistenza, non so sinceramente cosa potrebbe offrirmi in valore aggiunto.
Insomma, farei dei conti: sperando di non esser sfigatissimo, le probabilità che un Bogner abbia problemi gravi credo non siano tante; se risparmio un migliaio di euro, credo che il rischio possa valer la candela e sufficiente per eventuale riparazione, anche spedendolo in UK.
Sia chiaro, io parlo di acquisti in UE. Fuori continente il discorso cambia.
PS: dove potevo andare a provarmi tranquillamente una Shiva? La cosa più semplice era cercare un amico tra Laster e i forum.
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Bru
Fri, 09/03/2010 - 15:30
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R: Â Premessa: non compro
Io su tante cose, poi, son talmente bambino, che finisco a spendere molto di più solo per avere l'oggetto del desiderio subito, e senza troppi sbattimenti :-)
Uno che acquista una R8 usata risparmiando solo 100-150 euro per non andare a Bologna ... :-)
In ogni caso, la realtà è che il mercato è cambiato totalmente. Se prima le corde erano solo Fender, Daddario o EB, ora conosciamo 50 marchi. Internet ha aperto il mondo con un click.
A mio parere, nel mondo degli strumenti musicali, ha ormai senso solo il negozio che offre qualcosa di diverso e in più in qualità. In caso contrario è destinato a sopperire.
Cosa diversa per gli artigiani ovviamente, dove si vende una manodopera.
Se devo acquistare corde, valvole e ammennicoli vari mi rivolgo al web e, spesso e volentieri, si procede ad acquisti di gruppo, dividendo le spese: 50 mute a metà prezzo e via.
La vita è dura per tutti, negozianti e clienti.
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markko (not verified)
Fri, 09/03/2010 - 14:34
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R: Â Premessa: non compro
E' una questione di punti di vista. Secondo me per rispondere a quello che mi hai scritto sotto sono proprio gli strumenti di fascia alta che comprerei all'estero senza provarli: una Fender Masterbuilt (ma anche una custom shop normale), una Gibson VOS, una Suhr, una Grosh, son tutti strumenti che ti danno la sicurezza della qualità e caso mai ci fosse qualche magagna (ma in una solid body di rango è difficile che ci siano chissà quali operazioni da fare) se la paghi un 40-50% in meno te la fai sistemare a tue spese da un liutaio sempre che in caso di falle evidenti non te li cambi direttamente chi te li ha venduti (come dovrebbe fare per legge per altro). Poi se proprio non ti trovi bene avendolo pagati molto meno puoi comunque rivenderli al prezzo di costo a qualcun'altro che magari è anche ben felice di poterlo pure provare di persona.
Il discorso degli schemi vale solo per gli ampli, per le chitarre, i cabinet ecc. non c'è e comunque bisogna chiarire bene che cosa copre la garanzia, perchè se compri un Bogner in Italia e dopo 5 o 6 mesi che lo usi ti si fonde qualcosa non sono poi così sicuro che te lo aggiustino gratis. La garanzia copre il mal funzionamento non l'usura naturale o possibili guasti che possono derivare da un utliizzo intensivo. Guasti che se ci si affida ad un prodotto di qualità conclamata, tipo Orange, Bogner, Hiwatt è difficile che incorrano nel periodo di garanzia...
Consideriamo che cosa vuol dire poi comprare prodotti di consumo tipo corde, plettri, stomp box o multi effetti on.line: essendo che i piccoli negozi campano praticamente solo su quello significa affossarli definitivamente...ma secondo me va bene così...evidentemente il futuro si sta muovendo in quella direzione... io sono anni che faccio acquisti on-line, in america (dove sono avanti in questo senso) gli strumenti li comprano quasi solo così ormai, e non ho mai avuto problemi e ho risparmiato tanti bei soldi...alla fine anche grazie ad internet i marchi di cui ti puoi fidare si conoscono, quindi puoi essere ragionevolmente sicuro di vederti arrivare a casa un prodotto di qualità esente da difetti macroscopici che necessitino di assistenza post vendita immediata e ripetuta nel tempo (no perchè se non è ripetuta il pagarsi eventualmente una riparazione è comunque conveniente a fronte di un prezzo di acquisto molto più basso).
markko (not verified)
Fri, 09/03/2010 - 15:41
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R: Â Premessa: non compro
ihihih anche su questo sono punti di vista...poverine ma cosa ti hanno fatto??? Regalale a me se non ti piacciono!
FrenchiFarina
Fri, 09/03/2010 - 15:56
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Sono un acquirente fisso da
Sono un acquirente fisso da negozio vicino a casa MA ANCHE online all'estero.
Per quel che conta, trovo che sia immorale provare qualcosa dal negoziante e comprarla poi online. E' come chiedere un parere ad un avvocato e poi con le sue dritte scriversi una lettera di lamentele da solo (solo che -ooops!- l'avvocato la consulenza te la fa pagare).
Chiaro che il servizio del negozio deve essere il valore aggiunto al bene in oggetto: devo poterlo provare, possibilmente permutarlo con qualcosa di commerciabile e sentirmi sicuro di assistenza in caso di guasti. Un po' di rapporto umano, poi, non guasta.
Se pero' qualcosa che non necessita di prove (perchè la conosco, perchè costa poco, perchè mi piacciono le sorprese) costa meno online su negozi stranieri (tra l'altro mediamente molto professionali e precisi) allora non mi faccio scrupoli, perchè non ho rubato tempo e denaro a nessuno.
Questo però vale finche la differenza di prezzo si attesta su un 10-15% al massimo: se si parla del 50% ed oltre in più allora penso proprio che, anche ragionando e cercando di capire, scegliere il negozio sia beneficenza.
Nirvana65
Fri, 09/03/2010 - 16:25
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Dico la mia...
E mi dilungherò un po per esprimere il mio pensiero.
Premesso che giustamente si cerca di risparmiare negli acquisti, io per primo, andrei cauto prima di accusare i negozianti italiani di essere non dico "ladruncoli" che è parola grossa ,ma nemmeno di voler " guadagnare troppo".
Altra premessa è non fare un fascio dello scritto che segue, ogni negozio fa storia a se.
Penso di poter dire la mia con discreta cognizione di causa in quanto per 16 anni io, e per una vita mio padre prima di me, si ha avuto negozio.
Niente a che vedere con gli strumenti musicali, ma sempre attività commerciale era.
Con gli stessi problemi.
Vi faccio un sunto non per tediarvi ma per capire come si sia arrivati a certe condizioni.( secondo me)
Avevamo un panificio dove io a 14 anni nel 79 ho cominciato a lavorare.
Non esistevano i centri commerciali e in negozio c'era il giusto assortimento per la vendita e l'acquisto.
Non c'era ovviamente tutta quella varietà di prodotti che si trovano negli scaffali dei supermercati, ma di quello che serviva c'era tutto.
Nel 95 abbiamo chiuso, non perchè non si lavorasse ma perchè io ero allergico alla farina,(per un panettiere non è il massimo) però a parte questo il modo di vendere era completamente cambiato nel frattempo.
I prodotti confezionati , vedi merendine, pasta ecc, avevamo smesso di tenerli in assortimento poichè , essendo nati nel frattempo i vari mega super iper, costavano a noi, forniti dai produttori, più di quello che potevamo vederli in vendita negli scaffali di quei negozi .
Legge dei grandi numeri ci hanno spiegato.
E in qualche modo , ovviamente, il sospetto della clientela era: ma se al supermercato costano tot e da voi tot di più, quanto ci guadagnate?
Risultato? Dei grassi VDVC ai vari rappresentanti puntando tutto nella produzione propria.
Trasferendo il tutto al settore di cui stiamo discutendo si potrebbe tradurre in servizio.
Qundi magari negozio piccolo uguale - assortimento ma + servizio.
Allora il tutto non ha più senso perchè pare che il servizio non ci sia. Ma perchè è cosi?
Torniamo indietro a tanti anni fa quando a Mestre c'erano almeno 4 o 5 negozi di strumenti musicali e addirittura un liutaio con tanto di bottega.
Un solo negozio non aveva magari la chitarra che volevi tu, me tra tutti sicuramente la trovavi.
La provavi e soprattutto quando uscivi la portavi via settata a dovere, scusatemi se penso che una chitarra vada settata al momento dell'acquisto o comunque prima di venire esposta dopo aver attraversato magari un paio di continenti, se non sbaglio continuano ad essere di legno. :-)
Quei negozi non ci sono più , chiaro che l'unico che è rimasto probabilmente arranca a star dietro a tutto quello che c'è nel mercato, è un normale negoziante e non può aver un magazzino fornito come certi store online.
Allora gli si dice che è caro quando compriamo i plettri ( ma lui magari ci vive con quello perchè le chitarre le compriamo online) e che non ha un caxxo ( per farne che ? per spolverarle in negozio?).
E quando invece tra i vari negozi l'assortimento e soprattutto il servizio c'era perchè non l'abbiamo usato?
A erodere la rete di vendita sono stati tanti fattori secondo me ma una parte và anche ai clienti , quelli che come dice Paolo vorrebbero trovare tutto da provare sotto casa per poi scegliere e comprare cosi su internet.
Non vuole essere un'accusa ma è un atteggiamento un pò diffuso, un pò alla volta anche chi lavorava per e con passione ha mollato, non potevano star li solo per far provare gli strumenti a noi, impoverendo di fatto un tessuto commerciale che offriva un assortimento ed una professionalità che tutti assieme , ognuno per la sua parte, potevano dare.
Poi per carità , ripeto che certi personaggi c'erano e ci saranno sempre, ma è un'altra storia.
E' un po come quando i miei ex clienti, che sono comunque miei vicini , mi trovano per strada e mi dicono: ... eh si, ma il pane come lo facevate voi... oppure ... peccato che non possiamo più mangiare i vostri dolci...
Ma o mi prendevo del ladro o eliminavo l'assortimento di prodotti sugli scaffali e se devo avere un negozio vuoto da fare pena....
E poi come si dice, non si vive di solo pane :-)
Quindi è corretto dire che ognuno compra dove vuole , ma riversare sui negozianti italiani in generale la pochezza dell'offerta del nostro mercato mi pare un pò ingiusto.
Non si tratta di puntare il dito ma di capire che il tutto è maledettamente più complicato di come sembra.
Mio modesto parere ovviamente.
Enrico.
So responsabie de queo che digo , no de queo che ti capissi . (Anonimo saggio)
....ci han concesso solo una vita, soddisfatti o no qua non rimborsano mai....
( il Liga)
markko (not verified)
Fri, 09/03/2010 - 17:08
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R: Dico la mia...
Calmi...nessuno dice che i negozi che fanno stra-pagare un ampli o una strato siano disonesti...semplicemente non possono per forza di cose fare un prezzo concorrenziale a chi acquista molte più chitarre...quindi è logico che siano destinati a chiudere...infatti secondo me il problema non si pone...le panetterie esistono ancora, ma solo perchè il pane del supermercato fa schifo, ovviamente una panetteria che venda merendine e pane e dolci confezionati oggi non ha ragione di esistere...essendo che il "pane" dei negozi di strumenti musicali piccoli è invece uguale a quello dei supermercati del settore giustamente gli acquirenti si rivolgono a quest'ultimi... per la cronaca sarò stato sfortunato io ma non ho mai trovato in Italia un negozio piccolo o grande che fosse che ti facesse un set up (gratis) su uno strumento acquistato, né che ti installasse gratis dei pick up che magari avevi comprato da loro (un lavoretto da nulla). E' ovvio che se loro ti fanno pagare un set di pick up il 30% in più e magari ti fanno pagare anche l'installazione, uno si rivolga altrove...
acrobatuv
Mon, 09/06/2010 - 16:39
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Ho aspettato un po' a
Ho aspettato un po' a scrivere.
Per chi mi conosce sa che sono molto legato alle questioni etiche. Sa che in passato ho avuto problemi appunto per questo motivo.
Posso sforzarmi di capire la posizione dei negozianti. Però nei negozi ne ho viste talmente tante per non capire anche la posizione dei clienti.
Io vivo nella parte orientale della Sicilia e nella mia vita:
Però nella mia vita c'è stato anche
Io capisco che il commerciante abbia le sue ragioni, ma anche il cliente ha le sue.
winston smith
Bru
Mon, 09/06/2010 - 18:03
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R: Ho aspettato un po' a
... io sarei poi per l'abolizione del mercato.
Mercato e libertà credo siano due termini antitetici.
Everybody seems to think I'm lazy, I don't mind, I think they're crazy
v1nc3
Mon, 09/06/2010 - 19:33
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R: Ho aspettato un po' a
Sarebbe fuori luogo e fonte di incomprensioni da parte mia fare commenti sulla "correttezza ed etica del libero mercato",per cui mi limito ad inserire questo link(che non mi sembra off-topic):
http://lanuovasardegna.gelocal.it/dettaglio/pastori-la-denuncia-della-co...
Ciao
Vincenzo