De Andrè Cinese

Non è una mancanza di rispetto al grande cantautore genovese(che tra l'altro ho sempre apprezzato), ma il paragone fatto dalla testata di Repubblica a Zhou Yunpeng, cantautore vagabondo (e ceco) che gira da vent'anni la Cina.

Qui l'articolo

Molto interessante, con un collegamento a tre video qualitativamente deprimenti, ma tant'è, non penso che il regime cinese possa mai avallare un dvd o dei video (chiamiamoli) ufficiali.

A quanto sembra i testi non sono permeati da politica spicciola come alcuni rapper nostrani, ma da poesie sulla dura vita della povera gente, metafore in musica, proprio come il Maestro amava fare.

Un successo che, adesso che è stato conosciuto dall'occidente, potrebbe diventare un'arma contro la Cina stessa o, più semplicemente, per fare un sacco di soldi. Riuscirà quindi il nostro anti-eroe a sopravvivere alla censura e alle lusinghe del demonio-denaro?

Una volta c'erano anche da noi questi personaggi, un po' in disparte, cantavano le nostre storie della nostra gente, oltre a Faber mi vien da ricordare il grande Gaber. Ora cosa ci rimane?

Ascoltando alcuni spezzoni del buon Zhou, ho potuto notare arrangiamenti molto popolari ed un cantanto che, a volte, si avvicina a quello partenopeo: i botta e risposta che sembrano mimare un discorso tra padre e figlio mi riporta alle sceneggiate di napoletana memoria.

Una cosa che accomuna il mondo, la musica, quella popolare e quella di chi vuole dire qualcosa di più, che non siano le solite frasi fatte, di chi vuole ricordare alla gente tante cose, troppo facilmente dimenticate, sotto un oceano di silenzio che fa più male delle morti che nasconde.

Mi piacerebbe molto leggere le traduzioni di questi testi, ne cercherò in rete anche tradotti in inglese magari, oppure il buon Matteo potrebbe farci da traduttore e farci sapere qualcosa di più su di lui e sulla leggenda che ormai sembra portarsi dietro.

Il mondo ha bisogno di eroi? No, ha bisogno di gente vera, chiamateli Faber, Gaber o Zhou.

AlexUnder