Vinili, Cassette, Cd, Mp3 (parte prima)

Scritto da DanieleBazzani il 14/Apr/2010 alle 02:20

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Ho acquistato qualche pezzo di hi-fi rigorosamente sfuso e rigorosamente usato – di qualità leggermente superiore a quella che avevo – e ho ricominciato ad ascoltare i vinili

La mia prima scelta, chissà perché, è caduta su Brothers And Sisters degli Allman Brothers, la scelta all’interno del disco è caduta su “Jessica”. Non so cosa sia stato, forse la gioia di compiere gesti che credevo dimenticati come aprire la copertina a due facciate, estrarre un long-playing dalla fodera rigida e poi da quella di carta, poggiarlo con cura sul piatto e avviare quest’ultimo vedendogli prendere quella velocità che poi si stabilizza. Chi come me è cresciuto nell’era analogica sa bene di cosa parlo.

È una sorta di rituale, a cui eravamo abituati ma di cui non ci rendevamo conto, si fa parte di una setta, ma di quelle buone, non ci sono spargimenti di sangue né invocazioni al demonio, a meno che non si ascoltino i Rolling Stones di Beggars Banquet, ma questo è un altro discorso.

Non so cosa sia stato, dicevo, qualcosa di simile al rimontare sulla sella della bicicletta custodita gelosamente in cantina per anni, o rincontrare un vecchio amico che conosce segreti ignoti al resto del mondo, fatto sta che dopo pochi secondi dal poggiarsi della puntina sul disco ed il suo correre fra i solchi, io ero in casa da solo e saltavo come un idiota.

Una sorta di frenesia si è letteralmente impadronita di me e un groppo mi ha attanagliato la gola, anzi no, non un groppo, avevo una specie di macigno sul petto, non so descriverla meglio di così.

E in un attimo ho capito tutto.

Ho capito perché faccio questo lavoro, ho capito perché amo la musica, ho risentito sensazioni che avevo quasi dimenticato, da quando il digitale si è impadronito di noi e delle nostre vite. Non sono uno di quelli contrari alla tecnologia, tutt’altro, ma era tempo che non riascoltavo un vinile e mi sono reso conto che c’è qualcosa di diverso. So bene che la disputa è infinita, i sostenitori dell’analogico si contrappongono a quelli del digitale come i Guelfi ai Ghibellini e ognuno porta le proprie argomentazioni, vere o presunte che siano, poco importa.

Fatto sta che la differenza c’è, e qualcuno la sente. Io la sento nella pancia

Soprattutto chi, come me, ha vissuto di analogico per molti anni e si è poi lasciato affascinare dall’assenza di fruscio del digitale, può ritrovare qualcosa di molto noto e allo stesso tempo sconosciuto, perché così difficile da descrivere a parole.

Un mio allievo, molto più giovane di me, dopo aver visto il piatto nuovo un giorno mi ha trafitto con qualcosa di simile a una pugnalata, chiedendomi: “Mi faresti ascoltare un vinile che non ne ho mai ascoltato uno?” (serve dire che mi sono sentito improvvisamente vecchio e fuori luogo?)

Allora ho fatto delle prove. Alcuni dischi li ho doppi, qualcosa di Paco De Lucia, Stevie Ray Vaughan, Nick Drake. Ho messo su lo stesso brano e fatto partire i due sistemi allo stesso momento, per poter passare da uno all’altro e ascoltare.

Detto che il cd ha più volume (almeno qui da me), il vinile suona molto meno “bucato” al centro, la chitarra acustica o classica ha delle medie frequenze che non ci sono nell’ascolto digitale.

Ho un amplificatore inglese degli anni ’80 e un cd player della Linn, non proprio da buttare, eppure la differenza è enorme, non l’avrei mai saputo se non avessi  fatto questa prova, ma ora la diversità è sotto i miei occhi, anzi, nelle mie orecchie. Passo da un sistema all’altro in una frazione di secondo, basta ruotare il selettore della sorgente di ingresso, il brano è lo stesso, ma si cambia marcia, il vinile è meno appariscente ma alla lunga viene fuori, caldo, avvolgente, rassicurante.

Va detto che il test l'ho fatto con dischi che sono nati in analogico, quelli registrati oggi direttamente in digitale suonano sicuramente meglio di quelli riconvertiti, almeno dei primi.

E vogliamo soffermarci su quanto siano più belle le copertine 31x31, invece che 12x12?

Allora ho testato un amico, so che gli piace Nick Drake e ho messo prima un brano dal CD originale ma sul PC, ho due casse da 40 watt della Empire, una volta le hanno usate a una festa e ci hanno ballato, per dire che suonano. Stesso pezzo sul piatto e sullo stereo ufficiale, il mio amico strabuzza gli occhi, mi guarda e fa: “Ma Nick Drake aveva questa voce? Non ne avevo idea.”

 

 

I ragazzi cresciuti a Mp3 del cavolo non sanno come suona la musica, non sanno come “dovrebbe” suonare la musica che ascoltano, perché è tutto compresso, tagliato, svuotato, privo di anima. È vero che se una canzone è bella, lo resta anche su Mp3, ma che differenza. Non voglio fare il purista rompiscatole, ho i cd e li ascolto, e continuerò a farlo, ma quelli dei Beatles li ricomprerò tutti su 33 giri, costi quel che costi.

(continua)

Daniele Bazzani