Vademecum per Band Emergenti - parte II - Demo e recensioni

Scritto da AlexUnder il 09/Jul/2008 alle 03:15

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I demo sono indispensabili per una band che ha la necessità di far conoscere la propria musica. Una band che non ha una demo è praticamente tagliata fuori. Occorrono quindi determinazione e possibilità finanziarie, ma soprattutto la coscienza e conoscienza delle proprie possibilità e dei propri limiti.

Una registrazione di qualità può costare tantissimo ed ovviamente non rientra nelle possibilità del 99% delle band emergenti. Escludiamo a priori le case discografiche, anche perchè un'eventuale interessamento di un'etichetta sarà sempre previo ascolto di una demo o di un live, il quale è sempre difficilmente raggiungibile senza la possibilità di far ascoltare al gestore stesso un vostro prodotto. In poche parole: una cane che si morde la coda!

Per cominciare, facciamo una distinzione di base sulle demo: 

 

Demo Live:  

Va da se che vengono registrati in sede live: un consiglio che do a tutti è quello di portarsi sempre, ad ogni serata, un po' di cd/dvd vergini, mini-disc (per chi è abituato ad utilizzarli) o plugin di registrazione facilmente interfacciabili con un pc o eventualmente con le uscite "tape" del mixer.

Quindi cavetteria di vario assortimento: pin jack-jack o Cannon, cavetti USB dedicati ecc.  Molto spesso infatti alcuni locali utilizzano dei pc per registrare le serate più importanti: basta quindi chiedere il favore al fonico di turno (magari pagandogli un piccolo contributo perchè segua la registrazione) e con 20-30 euro vi farà un lavoro coi fiocchi. Poi ovviamente starà a voi suonare bene.

Io stesso ho registrato un intero concerto presso un grande locale, ma capita spesso che anche i piccoli club sfruttino le potenzialità dei pc per i plugin ed effetti d'ambiente, quindi approfittatene, perchè è un ottima occasione per avere una buona demo praticamente a costo zero (e comunque è sempre un bel ricordo).

Altra possibità di una demo live si presenta ultimamente in alcune sale prova più attrezzate (soprattutto nelle grandi città) dove vengono messi a disposizione apparati di registrazione via USB in formato mp3 dal mixer stesso: nelle salette troverete una batteria già amplificata (oppure elettronica) e le uscite dirette dagli ampli al mixer poi collegate al modulo di registrazione.
In questo caso basta anche una comune chiavetta USB e tanta buona volontà.

 

Demo Home:

L' home recording è ormai la via più utilizzata per l'incisione di demo di buona qualità: si può attrezzare la casa del batterista in campagna :D oppure sfruttare i millemila pseudo-studi di registrazione (sale prove) sparse lungo lo stivale. Si sfrutta ovviamente un pc più o meno potente e salette insonorizzate alla buona. In questo caso torna ad essere importante il suggerimento che vi ho dato ad inizio articolo: la coscienza e conoscenza delle proprie possibilità e dei propri limiti!

Perchè? E' presto spiegato... Una buona registrazione deve essere eseguita in digitale, non in analogico.Distinguere tra analogico e digitale, in questo caso, vuol dire: analogico=suonare live e tutti insieme, al massimo viene sorvaincisa solo la voce e qualche solo. Digitale: si suona uno alla volta e con il click rigorosamente in cuffia (escluso forse solo il cantante).

 Nel primo caso avremo ovviamente un caso di demo live (anche se magari di maggiore qualità rispetto ai precedenti casi), nel secondo il fatto di suonare in
sovraincisione consente una maggiore precisione e la possibilità di intervenire successivamente sulle singole tracce, utilizzare vari campionamenti, post effettistica e, cosa da non sottovalutare, ritoccare errori, tagliare parti reputate inutili, spostare fisicamente un colpo di cassa suonato fuori tempo e tanti altri aiutini che rendono "freddo ma preciso" il nostro prodotto.

Perchè è utile riconoscere i propri limiti?  Semplice. Queste registrazioni, per quanto economiche, sono a tempo: se ad esempio il vostro batterista è bravo ma non ha mai suonato con il metronomo, potrebbe metterci una vita per registrare anche un semplice take. Il che porta nervosismo e una spesa che a volte non viene neanche valutata.

Tipico esempio di una cazzata immane potrebbe essere: "Ragà andiamo, sono 20 euro l'ora, in due giorni registriamo tutto, 10 ore al giorno poi in un giorno si mixa tutto e siamo ok!".
Ora, se siete gli Yes può andare bene, ma se non avete idea di cosa significhi registrare professionalmente, beh, aspettate un attimo, riflettete bene, perchè rischiate di metterci un mese e pagare fior di quattrini per un demo raffazzonato alla bene e meglio!
Non so se mi sono ben spiegato...

Faccio un esempio pratico: una volta abbiamo avuto problemi nella registrazione di un solo brano. Per la parte della batteria c'è voluta un'intera giornata perchè il batterista non stava granchè bene e non si poteva rimandare la sessione.
I problemi riguardavano uno stacco troppo intricato (che lui aveva sempre fatto bene) ma quel giorno proprio non riusciva. Si era ostinato a volerlo fare per forza in quel modo (comprensibilissimo) ma tutto ciò ci costò un'intera giornata di lavoro buttata (per fortuna nel nostro caso eravamo in forfattario e non a tempo) e alla fine si optò per la traccia senza il famoso stacco.

Insomma, limiti ed ostinazione non vanno a braccetto, bisogna riuscire ad essere umili, a volte cercare e trovare soluzioni diverse da quelle progettate in precedenza.
Lo stesso missaggio rappresenta il 50% del prodotto finale, quindi la bravura e soprattutto la volontà del tecnico di studio di fare un buon lavoro conta spesso più della registrazione stessa e porta via anche il triplo del tempo.

Quindi non partite mai col presupposto sbagliato. Il tempo è una variabile troppo ampia che va di pari passo con la vostra elasticità mentale: cambiare idea non è reato.
Se un brano al momento non viene come volete  passate al successivo: i soli, se non improvvisati, studiateli prima come pazzi a casa col metronomo e fino alla noia.

I suoni perfetti del vostro ampli  non servono, in studio sarà un'altra cosa. I suoni verranno settati prima, durante e soprattutto in sede di missaggio, ma se avete già un'idea precisa di quello che volete sentire, fatelo ascoltare in sede di missaggio, sicuramente aiuterà il fonico ad avvicinarsi a quello che avete in mente, altrimenti sarete sempre scontenti.

 

CD:

Qui ovviamente ci troviamo di fronte ad un prodotto finito e professionalmente impeccabile.
La professionalità sta alla base di un prodotto simile indipendentemente dai finanziamenti da parte di produzioni discografiche o altro.
Visto che è ovvio l'alto costo di produzione, spesso sponsorizzazioni esterne aiutano molto a far fronte ai costi.
Pensate ai turnisti che in studi privati producono cd di ottima qualità con l'aiuto di associazioni, endorsement, radio e locali stessi, come Andrea Ra (promosso da Radio Rock Italia) per fare un esempio pratico.

Ma qui siamo su un altro pianeta, che spero un giorno possiate visitare tutti...me compreso...;D.
Come avete potuto intuire, i miei sono consigli spassionati su come ottenere determinati risultati evitando di spendere inutilmente tempo e denaro.

Lo ripeterò fino alla noia, chiedetevi sempre prima: chi siete, dove volete arrivare e date un'occhiata al portafogli. L'intelligenza porta ad ottimi risultati con minor sforzo.
Arriviamo ora alla destinazione ed utilizzo di questi demo (escludendo ovviamente i CD professionali). 

I demo servono per tre cose:

  • recuperare serate
  • pubblicità/vendita
  • recensioni

I primi due sono strettamente correlati, lo scopo primario è cercare di salire su un palco e non è questa la sede adatta per discutere perchè si suoni poco in Italia, sarà tema dei prossimi appuntamenti. Ci si presenta dal gestore e, fatidica domanda: "avete un demo?" ...TADAAAA...!!!

Adesso molti gestori si sono evoluti e chiedono una presenza su "MySpace".
Ok, ma sempre degli mp3 di una certa qualità dovrete caricarvi, quindi ecco il demo. Ma quale è meglio?

Al gestore non interessa granchè la qualità, ma è ovvio che più ce n'è meglio è. Spesso chiede di vedere foto, qualche video, quindi materiale da portare insieme alla musica.

Il demo dovrebbe contenere massimo 3 pezzi e più corti possibile.
Giocate d'astuzia: masterizzate copie diverse tra loro e, a seconda del locale, portate canzoni diverse ma mai troppo lunghe.

Se è possibile fatele solo dal vivo: brani d'impatto, niente di strumentale (a meno che non facciate solo quelli).
Siate malleabili e furbi, là fuori è una giungla.
Ottenuta la serata (ricordatevi i cd per registrare il live...) portate tutte le copie dei demo che avete, con copertina: mi raccomando non fate gli sboroni e nemmeno siate troppo tirchi, 5 euri sono pure troppi, piuttosto regalatene qualche copia a chi vi può recuperare recuperare altre serate.

 

Le recensioni:

Da ex-recensore e da "inviatore" di svariati demo in giro per il globo a caccia di buone parole&ingaggi, mi sento di fare un po' di luce sull'argomento, poco trattato invero nei vari siti in rete e che sembra essere diventato il pallino di ogni band. La prima domanda che dovrebbe farsi una band prima di inviare demo in giro è: ma il mio prodotto è di qualità?

Vi faccio la mia analisi per esperienza diretta. In un mese mi arrivano 10 cd, alcuni senza copertine, altri contenuti in una bustina di plastica con titolo scritto a penna, altri contenenti biografie raffazzonate con autocelebrazioni altisonanti  che la musica poi smentisce. Tutti si ritengono originali e pensano di uscire fuori dagli schemi...Lasciatelo decidere ad altri se è davvero così!

E' a questo che servono le recensioni o no?
Quindi si passa all'ascolto: qualità pessima, fuori tempo astrofisici su un 4/4 elementare, strumenti scordati, ronzii di fondo... e potrei andare avanti per un altro migliaio di righe.
Ora le cose sono due: stroncare o non recensire?

La prima è brutta di suo, perchè dietro ad un demo ci sono ragazzi che ci credono e non è giusto affossarli, quindi si tenta di salvare il salvabile cercando di fare una "critica costruttiva", ma esiste una frase più insulsa?
Ma poi, pensandoci bene, come si fa a criticare costruttivamente qualcuno che ti manda un cd scritto a penna dentro a 10 fogli di autocelebrazione delirante?

Ti girano le balle perchè hai sprecato tempo ed ecco che spunta il censore, quello che si sente detentore dello scibile perchè può decidere in maniera assolutamente soggettiva della vita o della morte del demo che ha tra le zampe.
Poi ovvio, e per fortuna, ti arrivano CD Veri! Con la V maiuscola, e anche se il genere non ti piace, per naturale concezione, dopo tanta assurda negligenza, sembra un rubino incastonato nel letame!

E giù in sproloqui magari anche esagerati. Il tutto scritto però da un povero demente come me in un portalino magari scarso o anche minimamente importante certo, ma da collaboratore esterno: insomma quello che si prende la briga di farsi intasare la casella postale per poi ascoltare per ore fischi e stonature da capogiro.
Il risultato verrà comunque letto dalla band interessata, la quale andrà in brodo di giuggiole quando la recensione è positiva o si incazza come un tostapane in Brivido se riceve la (spesso) meritata stroncatura.

 

Consigli finali:

  • Leggetevi alcune recensioni del portale per rendervi conto del genere trattato.
  • Contattate preventivamente il collaboratore per sapere se è disponibile a ricevere cd e se conosce il vostro genere: è inutile mandare un demo Ska ad un esperto di Black Metal, non trovate?
  • Se non risponde neanche alla mail, vuol dire che non ha tempo o voglia di farlo, figurarsi di fare una recensione.
  • Non rompere le balle se passa del tempo dalla spedizione alla recensione, il suddetto è uomo come voi, con 'sta roba non ci campa e si fa il mazzo per portare a casa la pagnotta (o magari preferisce non recensire piuttosto che stroncare...).
  • Cercate di capire BENE che la recensione non la sta facendo per Rolling Stones, quindi cambierà poco o nulla per voi, sarà solo un link da ostentare sul sito o poco più.
  • Scegliete bene i portali e le testate alle quali inviare il vostro materiale.
  • Non inviate MAI materiale registrato alla buona o raffazzonato: è brutta pubblicità. Il demo è la vostra musica: se fa schifo uno deduce che fate schifo anche voi!
  • La copertina è obbligatoria, con foto, nomi e cognomi, meglio nero su bianco che un sacco di trovate grafiche orripilanti. Se non avete i soldi per un booklet, stampate una sola pagina fronte retro su della buona carta e il cd stesso deve avere una serigrafia e deve essere di qualità. Non usate i Princo del mercato, che dopo due ascolti saltano peggio di un vinile di Made in Japan passato nel mangiadischi!

Un consiglio anche per i recensori della domenica: ricordatevi che 'sti ragazzi ci danno l'anima e il culo, quindi prima di sentirvi semidei, scendete dal piedistallo e fatevi un esame di coscienza. Io ho smesso di fare il collaboratore di portali per musica emergente perchè mi sentivo inutile, incredibilmente offeso per consigli su demo inenarrabili o per cd fenomenali che comunque son rimasti sconosciuti al grande pubblico nonostante meritassero tutta la fama che io stesso augurai loro.

AlexUnder