Decima puntata della rubrica che vede Daniele Bazzani e Giovanni Onofri parlare delle...
E’ una riflessione degli ultimi tempi di crisi economica:
il locale che ha ospitato numerosi Guitar Camp e fatto unire centinaia di chitarristi è in vendita da un bel po' di tempo – ma nessuno vuole o può comprarlo. E quindi se non riesce a vendere il locale (qualcosa che los Grapperos egoisticamente sperano) può darsi che sia ancora disponibile per una futura edizione.
Ma noi, almeno per le 72 ore passate dal 28 al 30 agosto scorso, siamo stati bene. C’è musica. Ci sono gli amici Grapperos, quelli vecchi e quelli nuovi. E, almeno per quest’anno, ci è rimasto un punto di ritrovo unico ed accogliente: l’Albergo “Al Campo.”
Venerdì sera siamo in una ventina; fra jam session, paragoni fra gli ultimi giocattoli arrivati ed una birretta la vecchia sensazione di accoglienza torna in un attimo. Entro sabato sera saremo più di cento ma per ora, celebriamo ogni arrivo da lontano: da Trieste, Torino, Bologna, Viterbo, Rimini, Roma, Modena, Ancona...
Dopo cena i miei bassista e batterista arrivano, pronti di servire da sezione ritmica per le prossime tre ore a qualsiasi chitarrista che vuole suonare qualsiasi brano nel’ambito rock-blues. Io sono già cotto e vado a letto alle tre mentre la musica continua.
C’è tanta, ma tanta voglia di suonare e mi rendo conto che più passa il tempo, meno opportunità ci sono. Le opportunità, dobbiamo crearle NOI. La cultura musicale è quello che rimane dentro di noi dopo che le valvole sono fredde e le chitarre sono riposte negli astucci.
E’ quello che ci fa venire voglia di riaprire l’astuccio domani. Tra un’attività e l'altra i Grapperos che non sono potuti venire, chiamano in albergo per salutare i presenti e ricevono un affettuoso “vaffanculo che non sei venuto !!” da Antonio.
Sabato mattina inizia con un splendido seminario presentato dal solare e virtuoso Alberto Caltanella (VE - www.albertocaltanella.com) sulle tecniche di flatpicking per la chitarra acustica. Tra gli esempi della dispensa di 4 pagine e l'ascolto dei brani estratti dal suo ultimo capolavoro, rimaniamo inchiodati per quasi due ore ad apprendere i segreti di un maestro simpaticissimo.
Dopo pranzo e dopo una forte grandinata montanara, assistiamo ad un dettagliato seminario sull’effettistica per chitarra, che spazia dall’analogico ai modelli fisici. Poi assistiamo ad uno squisito ed intimissimo concerto del promettente cantautore modenese Matteo Toni (www.myspace.com/matteotoni) con chitarra acustica e chitarra Weissenborn, costruita da Ermanno Pasqualato (PD, www.lapsteelguitar.net). La sala piena conferma che è un perfetto amalgama di voce e strumento.
E tutto il giorno la sala ampli fa tremare le pareti
con le ultime creazioni di Masotti (www.masottiamps.com), LAA Custom (www.laa-custom.com), Paolo Mazza (www.paolomazza.com) collegate ad un muro di 4x12, mentre nella sala acustica i reduci unplugged godo un spontaneo concerto di brani di Simon and Garfunkel eseguito da sette chitarristi. Non c’è niente di più divertente di correre ogni 20 minuti tra le due sale. Per intenderci, l’effetto è un pò come alternare piscina e sauna :-)
Dopo cena tornano i miei bluesmen di fiducia e si suona di tutto, con una quarantina di chitarristi che si alternano tra palco e bar per le prossime sei ore. Alle quattro di mattina iniziamo a guardare “Pink Floyd: the Making of Dark Side of the Moon” (dalla Classic Albums serie) mentre Patrizia – moglie di Antonio e zia ufficiale di tutti i Grapperos – versa il prosecco per i reduci. Sono le 5.30 e devo andare a letto sebbene non voglio. Non voglio che questi momenti magici abbiano una fine.
Per me il colmo è stato domenica mattina, quando in una decina siamo andati a suonare in acustico su (e dove ...?) Cima Grappa. Siamo immersi nel verde a 1.800 metri slm al fianco di un precipizio da dove riusciamo a vedere ad occhio nudo fino a Venezia e l’Adriatico. Tra Martin, Breedlove, Taylor, Lowden, Dobro e Weissenborn suoniamo in dropped D per quasi un’ora. Prima di arrivare al GGC abbiamo tutti, nel nostro piccolo e negli ultimi tempi, vissuto tanti problemi: frenesia, stress e cattive notizie, ma questo è un posto dove si può lasciare tutto ad una quota più bassa senza fatica. Vorrei essere ancora li.
Ma bisogna scendere, gli altri ci aspettano per l’ultimo pranzo della domenica. Tutti iniziano a fare i bagagli e il parcheggio inizia a svuotarsi. Dai Antonio, non vendere il locale, please. Ti faccio io un assegno di 800.000 euro per assicurare il futuro dei GGC ... basta incassarlo nel 2060.
Ho deciso di aspettare fino ad ora a pubblicare questo articolo perchè oggi (22 settembre) è il compleanno di Flaviux. Ho avuto il piacere di ospitarlo a casa mia la sera prima del GGC e gli ho detto a quattro occhi che quando arriverò alla sua rispettabile età, spero di essere come lui, di avere fra 25 anni lo stesso amore e passione della chitarra e la musica che lui porta in sè ogni giorno.
La cosa più importante che ho imparato a questo GGC non ha niente a che fare con la strumentazione o la tecnica della chitarra. E’ semplicemente questo: Uno non smette di fare musica perchè diventa vecchio, uno diventa vecchio perchè smette di fare musica. Ed è per questo che so che il nostro beneamato Flaviux non diventerà mai vecchio, e per questo è, e sarà, un mio eroe.
Happy birthday, Flaviux.
Ci vediamo al prossimo Guitar Camp, ovunque sia.
I Più Letti
Line6 STAGEScape M20d
Line6 è nota per le sue soluzioni innovative ed "anticonvenzionali" in un...
Line6 M5
Line6 M5 è la sorella minore della famiglia di pedaliere multieffetto della...
iKEY-Audio G3
Eccoci qui a recensire uno dei tanti registratori portatili che sono in...
ARIA
Proseguo nel mio tentativo di descrivere curiosità , stranezze e rarità in...
Gary Moore - Sangue d'Irlanda, una canzone Blue
"Sofferenza maestra di vita" è stato detto e scritto da molti, e questa un'...