Britti in Concerto a Rapallo

Scritto da Orio il 17/Jul/2008 alle 08:00

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IL CONCERTO

Il concerto inizia alle 22, annunciato dallo speaker del "Palco Sul Mare Festival" che un tempo era proprio un palco sull'acqua, ora è vicino al mare, forse per esigenze di service e tecniche, ma poco importa. Con grande attenzione osserviamo il palco: una custodia di un contrabbasso bianco lucido stile frigo anni 50, un pianoforte a mezza coda con alcune tastiere sopra, percussioni, batteria.

Il concerto dovrebbe avere a che fare con l'unplugged, ma sorge qualche dubbio. Rimembro il primo unplugged visto a MTV, nel lontano 1994. Erano i Nirvana e mi ricordo due chitarre acustiche, una batteria minimal, forse un violoncello e un basso acustico.

Bene, allora cosa ci fa una chitarra pluggata, una batteria microfonata come le percussioni, le tastiere e...il contrabbasso elettrico?
L'inizio non è dei più promettenti.

Dicevamo, si inizia alle ore ventidue e dieci circa, quasi in orario. Britti solitamente non si fa attendere poi molto.
La prima canzone è Gelido, l'intro della quale in puro stile blues acustico denota la forza e il carisma di Alex che si fa notare per il suo modo di suonare intenso, prevciso e nervoso allo stesso tempo.
Piacevole l'intro e la chitarra che si destreggia tra volumi esagerati e quasi silenzi.

Attira l'attenzione e ben presto tutto il gruppo "unplugged" si fa sentire grazie anche ai due subwoofer formato famiglia che mi accorgo di avere a cinque metri. Seguono a rotazione le altre canzoni più o meno famose, singoli vari, 7000 caffé, Una Su Un Milione.
Passata mezz'ora si girano gli occhi e si vede che  il pubblico gradisce, dai giovanissimi agli anzianotti, il che è un piacere.
E Alex è ancora lassù che gioca con la sua acustica (forse una Martin a cassa piccola, ma non ho assolutamente idea di cosa fosse), con quella dolce violenza che traspare dai muscoli del braccio sinistro.

C'è anche da ricordare che anni fa ebbe un grave problema alla mano sinistra che gli impedì di suonare per molto tempo e più volte meditò di interrompere la carriera. A vederlo sul palco pare che quella sinistra non abbia alcun problema.

Prosegue il concerto e appare finalmente il Dobro con la quale Alex si destreggia, slide al dito,  in due vecchie canzoni. Intermezzo quindi che permette al gruppo di prendersi un po' di spazio per le improvvisazioni.
Incredibile il gioco di suoni che la sezione ritmica (percussioni e batteria, il contrabbassista è sparito) riesce a intrecciare, coinvolgendo il pubblico alla fine con un interminabile assolo di percussioni, gradevole e mai stancante o ripetitivo.
 
Il concerto prosegue dopo un quarto d'ora in cui la musica non si è fermata un attimo.
La seconda metà del concerto è un mix di canzoni lente e di groove, terminando con L'isola Che Non C'è di Bennato e, in coda, La Vasca.
Le ultime parole di Britti sono sempre le stesse ad ogni concerto e molti annuiscono condividendo: niente bis, si va avanti fino alla fine e nessuna presa in giro.
A concerto finito, via a casa. E così è, lasciando che l'ultimo accordo lo faccia sparire tra le luci che pian piano si spengono e il gruppo che chiude la canzone.
 

Il mio parere personale

Ho cercato di dividere le mie personali considerazioni sul concerto dal racconto 'quasi oggettivo' dello stesso, poichè in effetti il concerto mi ha deluso un po'.
Bravo, tecnico e sbrodolatore di note sul manico, Britti ha carisma,  è indubbio.
 
Ma cambiare quello che dice tra una canzone e l'altra non sarebbe male. Stesse parole di qualche anno fa quando fece un interessante tour solista con pedalini e loop station.
La batteria era petulante, scandendo i quarti del 70% delle canzoni con la grancassa, sembrava un concerto degli ABBA.
A mio parere Britti suona bene da solo, senza gente intorno.

Mi sono anche sentito un po' preso in giro quando ho sentito lo speaker annunciare un Unplugged che tale non è stato.
Uno sterile concerto estivo con qualche blueseggiata tra una canzone e l'altra che sapeva troppo di "Io so suonare bene la chitarra".
Scale iperveloci sui bassi che facevano figo, ma non stavano bene.

Non c'è dubbio sulla qualità tecnica di Britti, ma penso ai testi delle sue canzoni  e alla musica che passa sotto, ricercata ma semplice all'orecchio.
Non vanno d'accordo.
Preferisco Bennato e, porco mondo quanto ho guardato quella scaletta aspettando che salisse pure lui a cantare qualcosa mentre Alex interpretava a modo suo "Seconda stella a destra, questo è il cammino..."
 

Note tecniche

Avrei voluto vedere di più. ma accontentatevi di questo poco:

Luca Trolli: batteria. Si faceva sentire su una splendida Noble & Cooley di cui è endoser

Emanuele Brignola  basso

Luca Scorziello percussioni

Stefano Sastro piano e organo: l'unico a cui ho strappato qualche sigla. Suonava un organo elettromagnetico (elettrofonico) Pari.E creato dall'olandese Antonio Parie. A vederlo da fuori sembrava avere due manuali (da 61 note?) e un altro modulo Pari.E che poteva essere un rotary speaker dalle dimensioni. Sopra il pianoforte a mezza coda che ha utilizzato per due canzoni (alla faccia dell'unplugged) un Vocoder, mentre sopra l'organo un Roland VK-8

Gabriella Scalise (cori)

Rosy Messina (cori)

Orio