SuperGoldtone GA-30RVH: le scelte discutibili di mamma Gibson.

Scritto da Sear il 10/Sep/2008 alle 11:15

Sezione: Amplificatori

 

Ma andiamo con ordine.

Nel 1998 la Gibson acquistಠla Trace Elliot e, almeno fino alla penultima serie dei Goldtone, era proprio quest'ultima a progettare e costruire - in Gran Bretagna - tutti gli amplificatori marchiati Gibson. Ora c'è la divisione Gibson Labs, di cui non ho notizie che, comunque, andrebbero ben oltre gli scopi di quest'articolo.

Sta di fatto che dalla fine degli anni '90 a circa un paio d'anni fa, la Gibson produceva una serie di amplificatori - i Goldtone - sul cui retro campeggiava un'inequivocabile Union Jack, accompagnata da una altrettanto inequivocabile scritta "Made in UK". I modelli erano tutti in (pseudo) classe A eccetto uno. Eccoli.

  • Goldtone GA-5: combo 1x8" da 5 watt. Reissue di uno storico ampli da casa risalente agli anni '50; assente nella prima serie, aggiunto intorno al 2003.
  • Goldtone GA-15: combo 1x10" da 15 watt.
  • Goldtone GA-15RVS: combo 1x12" da 15 watt, con switch triodo/pentodo e reverbero Accutronics.
  • Goldtone GA-30RVS: combo 2x12" da 30 watt, reverbero Accutronics, effect loop seriale e parallelo, uscita stereo per speaker esterni, boost di gain richiamabile da footswitch.

E veniamo ai gioielli veri e propri.

  • SuperGoldtone GA-30RV: combo 1x10" + 1x12" da 30 watt (quattro EL84), due canali indipendenti con boost e controlli del reverbero separati, loop effetti seriale e parallelo, reverbero Accutronics a sei molle.
  • SuperGoldtone GA-60RV: combo 2x12" da 60 watt in classe A/B (due EL34), il resto come sopra con, in pià¹, una sezione sul pannello posteriore attraverso la quale è possibile tarare e testare il bias dall'esterno dell'ampli.

E, dulcis in fundo...

  • SuperGoldtone GA-30RVH, versione testata del GA-30RV (ma con reverbero a tre molle, stando al catalogo Gibson 2002). La testata era accoppiata al SuperGoldtone Cabinet, cassa 2x10" (sopra, open back) + 2x12" (sotto, closed back), che - lo dico subito, prima che cominciate a sbavare mentre messaggiate il mio indirizzo al vostro scassinatore di fiducia - non ho, nà© ho mai provato.

I tre SuperGoldtone, oltre che da un normale footswitch a due pulsanti (canale 1/2 e reverbero ON/OFF), possono essere pilotati da una pedaliera a cinque switch che, oltre ai due controlli già citati, permette l'attivazione del boost di gain, quella del loop effetti e - udite udite! - l'utilizzo delle due sezioni di pre in contemporanea.
Si dice in giro che gli schemi dei GA-30RV e di uno dei GA-15 siano di fatto copie esatte del Trace Elliot Velocette, con qualche "chicca" aggiunta sulle versioni da 30 watt, ma non sono in grado di confermare nà© di smentire tali voci.

E veniamo al GA-30RVH

L'ampli si presenta tosto e robusto, con un look da radiolona valvolare anni '50 che si colloca proprio sul sottile confine tra il retrà²/elegante e lo smaccatamente pacchiano.
Le finiture possibili sono due e credo che individuino anche il periodo di produzione (anche se non sono riuscito a capire quale sia la versione pi๠vecchia): una - quella che ho io - ha il tolex color cuoio, pannello anteriore di un marrone che va nel viola e manopole speed gold (evidentemente rubate a diverse Les Paul), oppure tolex nero, pannello nero e manopole vintage gold (evidentemente rubate a diverse Les Paul reissue...).
In entrambi i casi le parti metalliche sono tutte dorate, idem per il logo.

Il pannello anteriore, sotto ad un enorme logo Gibson, presenta nell'ordine: Input, pulsantino per la selezione del preamp con relativo led (verde per il Pre 1, rosso per il Pre 2), pulsantino per l'attivazione del boost, sempre con relativo led (rosso), i controlli del Preamp 1 (Volume, Treble, Middle, Bass), quelli del Preamp 2 (Gain, Level, Treble, Middle, Bass), due pot per il reverbero (Preamp 1 e Preamp 2), il Master Volume e infine un bel leddone di accensione subito prima dello switch a tre posizioni (OFF, STAND-BY, ON).

Purtroppo la combinazione dei due preamp è possibile solo se si ha la pedaliera di controllo a cinque pulsanti; in tal caso il led "Preamp Select" puಠassumere anche il colore giallo che corrisponde, appunto, a Pre 1 + Pre 2.

Nel pannello posteriore vi sono - oltre ovviamente all'attacco per il cavo di alimentazione, un po' di avvertenze e la già citata bandierina britannica - gli output (due da 8 ohm, uno da 16 e una line-out), il pulsantino per l'attivazione del loop effetti, quello per selezionare loop seriale/parallelo, send e return del loop con relativi controlli di livello, l'entrata per il footswitch a due switch e quella per la pedaliera a cinque tasti.

Prima di entrare nei dettagli del suono, voglio subito sottolineare un difetto che non è tanto dell'ampli quanto della gestione di questi prodotti da parte della Gibson.
Suonare quest'amplificatore senza la pedaliera è frustrante.
àˆ come avere sotto le chiappe una Ferrari cui è stato montato un limitatore di velocità a 100Km/h, non so se rendo l'idea...
In effetti l'unica funzione che è attivabile SOLO con la pedaliera è il mix dei due canali (che già comunque non è poco) ma è anche vero che gestire a mano tutte le caratteristiche del nostro gingillo è una gran rottura, e dal vivo è semplicemente impossibile.

Mi si potrebbe obiettare che è ovvio: sei hai tante opzioni, ci vuole una pedaliera di controllo o sette mani.
Sà¬, peccato che la Gibson di queste pedaliere ne abbia prodotte un numero limitatissimo, trovarne in giro è pressochà© impossibile.

La salvezza sta nel fatto che, anche in questo caso, la pedaliera del Goldtone non è altro che la pedaliera di non so quale ampli Trace Elliot per basso inserita in una scocca diversa.
Solo che bisogna saperlo ed io ho cercato per mesi su internet prima di trovare un tizio inglese su eBay che - non so come - aveva cinque o sei di queste pedaliere ed era a conoscenza di tutti gli amplificatori compatibili.

Ma forse volevate sapere come suona l'ampli?

Ok. Innanzitutto le valvole di pre sono cinque 12AX7/ECC83 e due 12AT7/ECC81.
Magari i tecnici sapranno dirci con precisione quali gestiscono il Preamp 1, quali il 2 e quali, eventualmente, il loop effetti e/o il reverbero.
E partiamo dal canale pulito, ma non prima di aver specificato la cassa che uso: una NitroCab 2x12" con un Celestion Greenback e un Vintage 30.

Dicevamo del primo canale: il fratello moderno del Brilliant del Vox AC30TB. Il suono è strapieno di armoniche e la riserva di pulito dura poco, poi comincia un leggero e cremoso crunch che, all'attivazione del boost, comincia a diventare - voglio osare - pià¹... Matchless DC30 che Vox.

Non saprei come spiegare a parole cosa intendo dire, la cosa migliore è rimandarvi o ad un Matchless (a trovarlo!) o - pi๠semplicemente - a Light Years dei Pearl Jam...
Inoltre il boost di gain enfatizza molto leggermente le frequenze alte rendendo il suono un po' pi๠brillante. Il reverbero è bello e profondo e il suo potenziometro di controllo incisivo e preciso.

Anche i controlli di tono sono molto incisivi e per questo motivo è consigliabile modificare pesantemente i settaggi se si passa da una chitarra dal suono grosso e corposo come una Les Paul a una pi๠twangosa come una Strato o una Tele.

Una curiosità : ho provato l'ampli anche con la chitarra acustica e il risultato è stato davvero sorprendente. Lo squadrone di valvole che popolano la testata arricchisce di armoniche un suono - quello dell'acustica - già di per sà© pieno e ricco. Insomma decisamente meglio di tanti ampli appositamente realizzati per le "vuote dentro".

Purtroppo (spero non mi ammazziate per questo) non posso dirvi molto sul loop effetti perchà© non ho alcun effetto d'ambiente e quindi non lo uso come si dovrebbe.
Ciononostante, dal loop traggo il vantaggio di avere un boost pulito che uso per alzare un po' il volume negli assoli. Semplicemente mando un cavo da send a return (selezionando, se non ricordo male, il loop seriale), entrambi i controlli piuttosto alti e il gioco è fatto. Il loop effetti diventa un boost pulito che attivo e disattivo dalla pedaliera.

Il secondo preamplificatore è ovviamente il canale distorto del nostro Goldone (cosଠlo chiamava Glen...).
Guardando il look vintage dell'ampli non te l'aspetti ma ha una riserva di gain pazzesca. Basti pensare che con il gain a 3,5 e il boost di gain attivato ci faccio gli Iron Maiden; pi๠di tanto si sconfina nel metal o, comunque, in tutte le possibili varianti moderne dell'hard rock. Addirittura con la mia cassa, a causa della presenza del Greenback che non è certo un cono da metal, superare il 7 di gain è inutile e - anzi - controproducente, il cono m'impasta tutto il suono e la distorsione ne risulta confusa pi๠che incazzata. Anche per il Pre 2 i controlli di tono funzionano bene, cosଠcome il reverbero.

Tuttavia è sconsigliabile alzare troppo il livello di quest'ultimo perchà© cosଠfacendo le molle tendono a mettersi in movimento da sole, anche non suonando, e si rischiano danni alla testata o alla cassa; ad onor del vero devo dire che quest'avvertenza è anche riportata nel manuale.

Tornando al suono distorto dell'ampli, l'impostazione è chiaramente british, la personalità non cambia rispetto al suono pulito; in altre parole è proprio come dovrebbe essere il distorto di un AC30TB.

Il suono è sempre pieno e ricco di armoniche e la distorsione - pur essendo una distorsione di preamplificazione - ricorda pi๠la saturazione delle valvole finali dei vecchi ampli anni '70 che, ad esempio, il distorto di un Marshall o di un Engl odierno.

Il "terzo canale", cioè il mix dei due preamp, è il vero asso nella manica di questa testata. Su qualunque canale ci si trovi, schiacciando l'apposito pulsante della pedaliera, si attivano entrambe le sezioni di preamplificazione ed entrambi i segnali vengono inviati alla sezione finale.

Il risultato varia a seconda dei livelli di volume impostati per i due canali. Se c'è una netta differenza di volume si ha l'impressione di due chitarre - una pulita e una distorta - che suonano perfettamente all'unisono mentre, se i volumi sono vicini, il risultato è un bellissimo overdrive blueseggiante. Quando si utilizza questo canale fantasma, l'eventuale livello di reverbero è dato dal controllo del secondo canale.

Ricapitolando, abbiamo praticamente tre canali, ciascuno con un boost di gain (e uno di volume, per come uso io il loop), che danno come risultato una gamma vastissima di livelli di distorsione, tutti a rapida portata di piede.

Come molti di voi sanno, ho avuto in passato una testata Vox AC30TB degli anni '90, senza master volume, di cui adoravo il suono ma dalla quale, seppur a malincuore, mi separai a causa della sua scarsa versatilità .
Non avendo a disposizione quotidianamente una piazza in cui suonare, la stupenda distorsione che si otteneva dalla saturazione di tutte le valvole, era praticamente un miraggio. Tornando al paragone con la Ferrari, pur non avendo il limitatore di velocità , non avevo una pista su cui farla correre a dovere, e il limite è sempre di centotrenta all'ora...

Questo è, invece, il mio amplificatore definitivo. E toglietevi quel ghigno dalle labbra!
Lo so che è difficile da credere ma sono guarito dalla GAS; il GA30-RVH ce l'ho da quattro anni e non ho mai vacillato di fronte a nessun altro amplificatore. Per quel che mi riguarda non invidio il suono di alcun chitarrista (ciಠnon significa che non li apprezzi), e credo che questo basti. Pochi mesi dopo averlo comprato volevo già recensirlo ma, memore delle precedenti esperienze e consapevole di quanto sia pericoloso l'entusiasmo del giocattolo nuovo, preferii aspettare. Be', direi che un rodaggio di quattro anni puಠbastare, no? ;-)

Ma c'è un ma.

Anzi, un MA grande! E qui vengo alla follia della Gibson cui accennavo all'inizio.
Quando scoprii l'esistenza di questo gioiello, dopo aver allagato di bava tutto il quartiere, mi precipitai di corsa presso un noto negozio napoletano, che è anche Gibson Platinum Center (mica gli ultimi arrivati, eh), solo per sentirmi dire che - uno - la testata costava 1800 euro e la cassa 1000 (ok, ci puಠstare...) e - due - non ero di certo il primo che aveva chiesto loro informazioni, ma dalla GibsonMed, importatore europeo Gibson, rispondevano picche.

Dell'ampli in Europa non vi era traccia e non sapevano neppure se sarebbero stati in grado di soddisfare i pochi ordini che alcuni sconsiderati negozianti s'erano permessi di accettare da qualche altrettanto sconsiderato cliente.

In parole povere, per qualche motivo che non ci è dato sapere, di quest'ampli si producevano pochi modelli e quasi tutti andavano negli USA.
Inoltre la linea di amplificatori Gibson era talmente poco pubblicizzata che non erano neppure tantissimi a conoscerne l'esistenza. Infine, dopo un paio d'anni, tutta la produzione fu interrotta, eccezion fatta per il GA-5, cioè il giocattolo della serie, e furono presentati nuovi modelli completamente diversi da questi e prodotti dalla divisione Gibson Labs.

Io nel frattempo avevo scovato un mantovano che, evidentemente sommerso di ampli di altissimo livello (se non ricordo male aveva anche un Matchless e Dio solo sa quante altre meraviglie), aveva deciso di disfarsi di questo mezzo stack.
Dovetti persino sudare per convincerlo a vendere solo la testata. Per quanto mi attizzasse la cassa 2x10" + 2x12", non volevo ripetere l'esperienza della quattro coni, traumatica per la mia povera schiena, e poi non avevo tutti quei soldi. Alla fine mi portai a casa il gioiello per 850 euro. Ovviamente senza averlo mai provato, ch੠la Gibson non si degnಠneppure di metterne uno al proprio stand del DISMA 2003.

Se avete avuto la pazienza di arrivare fin qui, vi devo una birra, ma intanto vi premio con le conclusioni. :-)

Negli ultimi mesi abbiamo assistito ai recenti obbrobri "reverse" della Gibson ma, in tutta onestà , da vecchio innamorato dello storico marchio, niente di tutte le recenti schifezze mi ha sorpreso.
Già la breve storia di questi amplificatori mi aveva dato da pensare: qualità altissima, suono spettacolare, il giusto mezzo tra gli amplificatori industriali e i boutique; eppure la Gibson non ha puntato neppure un soldo su questa linea, tenendola quasi nascosta per poi toglierla di mezzo in tutta fretta.

Poi un generale abbassamento della qualità delle chitarre che, per quanto leggerissimo, non lascia presagire niente di buono; poi, ancora, l'introduzione di modelli insulsi o per caratteristiche o per look, Custom Shop assurde nel rapporto qualità /prezzo, poi le reverse.
Chissà quale sarà il prossimo passo. A volte mi viene il dubbio che la Gibson sia stata acquistata di nascosto dalla Fender con l'intento di portarla al suicidio. Oppure, pi๠semplicemente, i capoccia hanno assunto dei markettari da due soldi, incapaci di comprendere la differenza tra il mercato dei surgelati e quello delle chitarre.

Manuale d'uso
Schema elettrico
Catalogo SuperGoldtone

Sear