Mi sono fatto la tele: Saga Guitar Kit

Scritto da maffedrums il 09/Apr/2009 alle 05:23

Sezione: Chitarre e Bassi

 

Non me ne vogliano quindi tutti “i capaci” che si aggirano in rete per tutte le inesattezze/stranezze che andrò nelle molte righe a descrivere, poiché questa non vuol certo essere una bibbia ma solo la mia esperienza.

Come colpo di scena vi assicuro fin d’ora che la chitarra suona molto più che semplicemente bene e che anche le finiture non sono abominevoli, anche se un’attenta analisi visiva porta a trovare qualche difettuccio, soprattutto di verniciatura...

Fonti

Tutto è iniziato dalla scoperta di un libricino trovato su Amazon dal titolo: “Chitarre: elementi di liuteria” di Michel Cassiani Ingoni e dalla curiosità che mi ha suscitato. Ovviamente l'ho ordinato-divorato-non esageratamente apprezzato (non perché non sia fatto bene ma perché me lo aspettavo diverso); dopo di questo, ormai entrato nel “vortice dell’assemblatore”, ho iniziato la ricerca di nuove informazioni e dei vari pezzi approdando ad una sfilza di siti a me allora sconosciuti quali:

www.suonaresuonare.it
www.boxguitar.com
www.usacustomguitars.com
www.themusicking.co.uk
www.axesrus.com
www.manchesterguitar.co.uk
www.guitarpartsresource.com
www.stewmac.com
www.warmouth.com
www.wilderdavoli.it
www.neesk.com
www.guitargalaxi.com

Solo per citarne alcuni oltre ad i soliti noti: mercatinomusicale ed ebay  ed ovviamente a questo
Anzi colgo l’occasione per ringraziare tutti quelli a cui ho rotto le scatole e che mi hanno aiutato: GRAZIE

Strumenti

Faccio qui una breve lista della “strumentazione” di cui mi sono provvisto prima di intraprendere il lavoro:

1) Kit di assemblaggio Telecaster (TC 10) della Saga­­­­
2) Pick up Fender  Texas Special Custom shop da sostituire a quelli presenti nel kit
3) Straplock Schaller
4) Neck plate Fender
5) Trapano
6) Seghetto alternativo
7) Carta abrasiva dalla grana 120 alla 2000 (almeno 2 fogli per tipo)
8) Taglierino
9) Nastro di carta
10) Nastro di alluminio
11) Pennelli
12) Vaschetta per vernice
13) PAD  per carta abrasiva
14) Diluente antinebbia nitro
15) Vernice trasparente nitro
16) Polish
17) Moscione per trapano
18) Pasta abrasiva superfine
19) Saldatore stagno 30w
20) Stracci vari
21) Turapori
22) Carta trasparente per decal
23) Vernice nitro colorata
24) Morsetti (almeno 2)

Il luogo

Assemblare una chitarra, anche se in kit, non è come costruirsi un modellino di nave-macchina o aereo!

Parentesi brevissima ma doverosa: è molto importante avere la possibilità di svolgere questa bellissima attività in un luogo pulito, senza troppa polvere, magari riscaldato e con la possibilità di esser areato, soprattutto in fase di verniciatura: infatti tutte queste caratteristiche sono a mio avviso indispensabili.

Due cenni sul kit Saga

Ero partito con l’idea di prendere i vari componenti separatamente poi, anche grazie al consiglio di vari conoscenti, ho preferito  iniziare con qualcosa di economico ma sincero (soprattutto per paura degli errori che avrei potuto commettere).

Si trova su internet da 130 euro, con spese di spedizione ai 170: io mi sono affidato al mio negozio di fiducia (per mia comodità e perché mi sopporta) spendendo una cifra intermedia.

Su di esso ne avevo lette di ogni tipo, gente che si era trovata benissimo ed altra che aveva avuto a che fare con problemi di ogni sorta (tipo buchi sbagliati da rifare o inesattezze varie), comunque senza lasciarmi scoraggiare dai feedback negativi ed affidandomi un poco alla fortuna mi sono buttato.

Appena aperta la scatola sono rimasto piacevolmente colpito: tutto è ben ordinato, il pick up al ponte è già avvitato allo stesso, i controlli sono già tutti collegati tra loro con saldature discretamente eseguite, ma soprattutto manico e corpo sono davvero belli.

Il primo, in tiglio, materiale usato soprattutto da Ibanez-Jackson-Squier, è bello sagomato, di un colore ambrato molto chiaro, con tutti i fori già fatti, gli scassi dalle giuste dimensioni e non presenta alcuna botta o segno. 

Inoltre le venature non sono così brutte come avevo letto, quindi a mio parere può fare la sua figura anche con una finitura natural o non troppo coprente.

Il secondo, in acero, è anche lui ben rifinito, con la paletta da sagomare, i fori delle meccaniche ben allineate, una bella tastiera in palissandro, il foro del truss-rod nella parte alta; unica nota negativa è che  la sua conformazione “standard thin” non permette di lavorarlo a seconda delle varie esigenze d’impugnatura.

I pick up a vedersi sembrano abbastanza curati ed inoltre ho sentito dire da chi li ha usati che non suonano così male; tuttavia nel mio caso provvederò a sostituirli con dei Fender Texas Special che solo a guardarli cosi tutti ben cerati sembrano una dolce melodia pure per gli occhi.

Le varie viti sono ben raccolte in sacchetti sigillati e divise a seconda degli utilizzi: ci sono addirittura i tubini di gomma in cui far passare gli accoppiamenti della parte elettrica predisposta con ganci “maschio/femmina” per collegare i 2 pick up ai controlli senza dover saldare, il ponte sembra bello solido con le sue tre sellette vintage; unica nota leggermente negativa sono le meccaniche …. purtroppo per loro non sembrano un granchè (addirittura una è un poco fallata e mi ci è voluto un po di ingegno e due pinze per sistemarne il “cappuccio”)

Nella scatola è presente una piccola brochure con le istruzioni, che a dire il vero non sono molto utili cosi presentate, ma per fortuna comprendono uno schema riassuntivo dei pezzi con specificato il loro utilizzo nel caso a qualcuno vengano dubbi.

Detto ciò, per il prezzo che ho pagato, questo kit si merita un bel 7 1/2, derivato soprattutto dalla fattura dei legni e dall’ ineccepibile ordine con cui tutto è disposto; inoltre il tempo di montaggio della chitarra sarà intorno alle 2 h se non si vuole sagomare la paletta e verniciare lo strumento, mentre eseguendo queste ultime due operazioni i tempi si dilatano infinitamente…..io ci ho messo un mesetto abbondante pur lavorandoci almeno un’ora al giorno.

I primi controlli

Ho iniziato i lavori con una serie di primi controlli sulle parti del kit:

1) I fori della mascherina combaciano
2) I fori del ponte/corpo combaciano
3) I fori delle meccaniche sono precisi e ben allineati
4) Gli scassi dei pick up sono entrambi delle giuste dimensioni
5) L’allineamento ponte-manico è preciso
6) Il manico è diritto

Le uniche cose su cui son dovuto intervenire sono state:

 1) L’accoppiamento manico-corpo che inizialmente non permetteva l’assemblaggio dei due pezzi, poiché il primo era troppo largo nella parte del tacco. Ho sistemato il tutto con poche passate di carta abrasiva a grana 120 e cosi  il manico rimane attaccato al corpo anche senza l’uso delle viti, condizione necessaria per una buona trasmissione delle vibrazioni.

 2) Ho allargato uno dei tre fori che collegano il pick up al ponte perché non erano in asse; questo problema però è dovuto dal fatto che abbia sostituito il suddetto con il già citato Fender Tex.Sp.  In caso si tengano i p.u. di serie invece non c’è problema visto che il ponte è già agganciato al suddetto

La vernìciatura

Una scelta da compiere prima di intraprendere un progetto del genere è sicuramente aver ben chiaro in mente la tipologia e i tempi di verniciatura da voler impiegare.

Io, per la mancanza di strumentazione, ho deciso di fare tutto con i pennelli con cui ho sicuramente un poco di dimestichezza in più rispetto a spray e similari, tuttavia stendere vernici nitro con questi strumenti non è assolutamente facile e porta a tante piccole imperfezioni che nel limite del possibile avevo messo in conto. Devo comunque dire che le proprietà intrinseche delle vernici da me usate mi ha  aiutato parecchio andando a formare strati sottili già molto lucidi e, se ben stesi, piuttosto lisci.

 

 

Per quanto riguarda i tempi di verniciatura questo è un argomento tutt’ora per me irrisolto, poiché ne ho lette di ogni tipo: chi dice di verniciare tutto in tempi strettissimi (1/2 ora) e chi dice di lasciar ogni mano stabilizzarsi per almeno un paio di giorni, chi dice di usare anche 6/7 mani di vernice colorata e 6/7 di lucido e chi 4 in totale…e così via.

Io per non sbagliarmi ho scelto di basarmi sulle mie sensazioni controllando lo stato delle singole mani: in linea di massima ho lasciato riposare ogni mano di vernice colorata sempre per almeno 24 ore e quella lucida per almeno 1 ora.

Il manico

La prima cosa a cui mi sono dedicato è stato sagomare la paletta. Grazie a qualche amico che mi aveva aiutato a trovare i disegni in scala reale della paletta della Tele, mi ero preventivamente occupato di disegnare una mascherina su cartoncino da sovrapporre al legno: ho quindi realizzato i contorni con una matita e dopo aver fissato con due morsetti il manico al tavolo di lavoro ho iniziato il taglio con il seghetto alternativo, strumento perfetto per tale scopo, risultato preciso e veloce.

Ho poi rimosso eventuali piccoli gradini con la carta vetrata 120 ed ho ultimato il tutto con un ulteriore passata a 320.

Successivamente ho schermato la tastiera ed il tacco con strisce di nastro adesivo in modo tale da proteggerlo nel proseguo delle lavorazioni, soprattutto quelle “di pennello”.

Mi sono poi concentrato sulla restante parte del manico, carteggiandolo tutto a grana 320 (3 volte) per rimuovere quel leggero strato lucido datogli dal costruttore, per poi spolverarlo con uno straccio bagnato d’alcool per esser sicuro di rimuovere ogni granello di polvere e prepararlo a ricevere il turapori all’acqua che ho steso con un semplice pennello per 3 volte.

Ogni mano è stata lasciata asciugare per almeno 3 ore e prima di stendere la successiva ho sempre provveduto a carteggiare a grana 400 il tutto per levare quella parte di prodotto ferma in superficie.

Dopo aver ripulito con il solito “straccio alcolico”, ho iniziato a stendere il lucido trasparente con un pennello non troppo grande; ho dato 4 mani che ogni  volta ho lasciato ben asciugare per poi concludere con una bella carteggiata a 1200-1500.

Infine è stata la volta del montaggio delle meccaniche che, come detto in precedenza, non sembravano un granchè. Ed infatti ha richiesto un poco di ingegno: ho dovuto con il trapano allargare tutti i passanti di metallo dopo  averli fissati al fronte del manico perchè non permettevano al cilindro di ruotare ed anche fresare leggermente uno dei cappucci di copertura.

 

 

Per quanto riguarda invece l’allineamento dei fori, come già avevo controllato, tutto bene.

Il turapori

Consiglio vivamente a tutti di stenderlo bene senza eccedere nelle dosi e magari anche di diluirlo con del diluente nitro, questo per rendere un poco più facili le operazioni successive di carteggiatura.

Durante la prima mano che ho dato ho esagerato un poco con le quantità e poi mi ci è voluto tantissimo olio di gomito per levare la parte in eccesso con la carta vetrata.

La decal

Inizialmente mi ero interrogato parecchi giorni sull’usare una decal o no e soprattutto cosa scriverci poi, un bel giorno, mentre navigo in giro, mi appare la foto di una paletta Telecaster con la mitica scritta….e non ho saputo resistere all’idea (forse un poco tamarra e priva di inventiva) di farne una copia.

A questo punto ho salvato l’immagine sul pc e dopo averla ritoccata nei bordi l’ho stampata su un carta adesiva trasparente e devo dire che è venuta abbastanza bene, anche se ho un poco sbagliato le dimensioni per difetto (oltre al fatto che su di un foglio ce ne stanno 20 che poi ho regalato).

Non è proprio perfetta perfetta, in particolare il foglio usato forse è un poco troppo spesso e fa intravedere i bordi una volta incollato, però per essere in assoluto la prima decal  da me creata e non posso che esser abbastanza soddisfatto.

Il corpo

Il body è sicuramente la parte che maggiormente mi preoccupava come lavorazione, ed è quella a cui ho cercato di dedicare la maggior pazienza e cura possibile.

Sono partito isolando con lo scotch di carta la tasca e poi anche qui, come in precedenza per il manico, ho iniziato levando con la carta abrasiva 320 lo strato lucido dato dal costruttore per poi eseguire il trattamento con il turapori (3 mani intervallate da altrettanti passaggi con carta 400) Finito ciò, ho iniziato la verniciatura a pennello con colore nitro: prima il retro, poi il davanti ed infine i fianchi.

Ho diluito bene la vernice con altra nitro antinebbia per facilitare le operazioni di stesura e l’ho lasciata di volta in volta asciugare per almeno 24 ore, per poi carteggiare il tutto a 600 ed eseguire le  seguenti  passate per un totale di 3 volte ripetendo sempre la carteggiatura.

Avendo utilizzato il pennello mi sono avvalso di un piccolo accorgimento che consisteva nel dare le varie mani in senso contrario alle precedenti (dal manico al ponte-dal ponte al manico-dal manico al ponte).

Dopo aver fatto riposare il colore per un paio di giorni sono passato al lucido trasparente di cui ho steso 4 mani che poi son state ben carteggiate a grana sempre più fine (dalla 1200 alla 2000)

La lucidatura

Preciso subito che dopo aver ben carteggiato le superfici interessate sono riuscito ad ottenere un buon effetto lucido che, per gusto personale, non ho cercato di spingere all’eccesso. Tuttavia, per fare le cose bene fino in fondo, ho passato con uno straccio (va bene una vecchia t-shirt) della pasta abrasiva superfine da carrozziere e poi ho rifinito il tutto stendendo con dell’ovatta (va bene anche i cotone idrofilo di buona qualità) il polish che ho levato dopo averlo lasciato lavorare un paio di minuti con il moscione da trapano.

N.B. : consiglio sulla pasta abrasiva: fate piccoli pezzi per volta e puliteli bene strofinando se no lascia aloni biancastri o peggio piccoli puntini che poi non si levano.

Elettronica ed affini

Prima cosa: schermiamo con del bello scotch di alluminio le parti del retro mascherina nelle vicinanze dei P.U. e soprattutto i 3 vani (p.u. manico – p.u. ponte – controlli); il suddetto nastro adesivo va steso con cura perché ha ottime capacità di aderire alle superfici ed è quindi difficile da modificare nella posizione una volta attaccatosi.

Passando ai pick up: dopo aver modificato uno dei fori del ponte ho dovuto allargare, con una piccola mola da trapano, anche l’alloggiamento per quello al manico presente nella mascherina; tale problema però nasce dal fatto che ho sostituito gli originali (che tali problemi non presentavano) con i p.u. Fender.

Il control plate si presenta già tutto completo ed i vari cavetti evidenziano degli agganci “maschio/femmina” che evitano di fare eventuali saldature tra loro ed i fili dei pick up (…del kit) come da foto.

Ed eccoci alla problematica maggiore riscontrata: io di circuiti elettrici non ci capisco un fico secco e per me è stata più dura che con sega/trapano/pennello! Naturalmente la confusione me l’ha creata lo stra-citato cambio di P.U: se avessi utilizzato quelli del kit non ci sarebbe stato problema visto che i colori dei fili da collegare insieme sono gli stessi.

Ho dovuto dissaldare tutti i collegamenti al control plate e con calma, rifacendomi allo schemino presente nella scatola Fender risaldare il tutto….La prima volta non suonava nulla….guarda che ti riguarda….la seconda funzionavano 2 posizioni su 3…..allora chiamo un amico che ha un tester perché mi sono rotto e magia…..lo switch è rotto…ne compro uno Fender e tutto parte!

Considerazioni finali

All’inizio avevo tanti timori derivanti dalle mie incompetenze nel settore, tuttavia devo dire che se si è consci del fatto che è un lavoro che richiede tanta pazienza,dedizione e che prevede “da manuale” l’utilizzo di qualche parolaccia , è un’esperienza veramente godevole che mi ha riempito bene un mesetto di vita.

Per quel che riguarda i risultati: esteticamente vista da distanze > ai 20 cm sembra veramente perfetta, ovvio che se si scruta il tutto da molto vicino le imperfezioni ci sono.

La vera goduria è il suono! Corpo e manico vibrano che è un piacere supportati dal sottile strato di nitro che sicuramente aiuta parecchio a non ingabbiare le varie frequenze ed i Texas Special che mi hanno fatto tanto penare mi ripagano con un buon twang.

 

 

In soldoni: ho speso intorno ai 340 eur (170 per il kit + 100 per i P.U.+ 15 per placca e straplock + 45 per strumenti e colori)  e ora, oltre al divertimento di cui ho già beneficiato, ho in mano uno strumento che è a mio avviso (ma l’ho anche fatta provare ad un paio di chitarristi di spessore miei amici che confermano il giudizio) ben superiore a livello sonoro ad ogni Squier ed a qualche Tele Fender standard originale.

Matteo